La soluzione Pannella

Estratto liberale autentico non suggerire ad alcuno tra coloro che hanno responsabilità pubbliche e si considerano vittime dell’inimicizia politica dei giudici di farsi la galera. Gaetano Salvemini è celebre anche per aver detto che, se ti accusano di aver stuprato la statua della Madonnina appollaiata sul Duomo di Milano, intanto devi riparare all’estero, poi si vede. Proprio commentando la fuga in Francia di Salvemini, Piero Calamandrei ne aggiunse di suo dicendo che se ti accusano di aver rubato la Torre di Pisa, datti alla latitanza, poi si vede. Incurante di questo tratto, Marco Pannella vorrebbe un Berlusconi che accetti qualunque conseguenza della condanna che lo ha colpito e della sua interpretazione politica faziosa (la cacciata seduta stante dal Senato, la perdita delle immunità, la messa a disposizione di altre procure, per eventuali procedure di custodia cautelare in carcere, del leader del centrodestra). Pannella è certo che questa sia l’unica soluzione possibile al fine di salvaguardare onore e consenso, sopra tutto se accoppiata alla trasformazione di Berlusconi in leader firmatario e referendario di una grande battaglia per tutti su amnistia e riforma della giustizia, e giudica al contrario come una coazione a ripetere la battaglia difensiva in commissione e in Aula e la crisi di governo che ne deriverebbe. C’è esplicito e legittimo interesse, nelle posizioni radicali, di far avanzare così il loro progetto, e il loro modo, da sempre eroico e minoritario, di impostare la battaglia garantista.
L’ipotesi Pannella salverebbe l’indispensabilità politica di Berlusconi per gli equilibri di governo, solo che si dimettesse o accettasse un voto sfavorevole comportandosi da buon cittadino e subisse la legalità uguale per tutti negando la legittimità etica e politica di quel che gli è accaduto, e facendosi banditore della giustizia per ciascuno, un nuovo Enzo Tortora. Spiazzerebbe grandi folle, genererebbe dubbi anche nell’Italia a lui avversa, avrebbe - questa strategia - ripercussioni internazionali e di scenario importanti. Ma due sono gli ostacoli. Il primo è già detto con la storia della Madonnina e della Torre di Pisa: sottrarsi all’ingiustizia combattendone le conseguenze legali è una forma di legittimo comportamento liberaldemocratico, è un difendersi da logiche processuali sospette, accanite, ad personam, delle quali è più che lecito diffidare. Il secondo ostacolo è la natura del fenomeno Berlusconi. Il Cav. non è mai stato un testimone minoritario, caparbio e radicale, di una guerra simbolica, è sempre stato un imprenditore e poi un politico forte di una comunicazione di massa che prevede la rete del consenso organizzata, la salvaguardia di interessi e umori, per non dire ideali, a non essere ridondanti. E poi un terzo ostacolo: queste cose magari si fanno, ma non si consigliano, la spinta deve essere strettamente personale.
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