La solitudine politica di Pannella

Come era prevedibile Pannella, dopo due mesi di sciopero della fame ha annunciato domenica che dalla mezzanotte avrebbe smesso anche di bere. La previsione, oltre che sulla coerenza di Pannella, o la sua cocciutaggine se preferite, si poteva fondare sul “pessimismo dell'intelligenza”.
Lo stato indecente della giustizia e soprattutto delle carceri nel nostro paese, più volte sanzionato dalla giustizia europea, non ha smosso minimamente il governo nemmeno di fronte all'iniziativa del leader radicale. Anche l'opposizione non ha mostrato segni di vitalità al riguardo. Ma Pannella non è solo, migliaia di persone partecipano a vario titolo alla sua iniziativa, dai detenuti di quasi tutte le carceri agli avvocati dell'Unione camere penali. La solitudine di Pannella non è sociale ma politica.
Come quando si trovò ad essere l'unico parlamentare europeo presente a Mosca ai funerali di Anna Politkovskaya, giornalista uccisa nella Russia di Putin. A quel funerale la gente c'era, i politici europei no. Per arrivarci Pannella si sobbarcò un lungo viaggio aereo appena uscito, in anticipo, da una clinica dove avevano dato una sistemata ai suoi 5 by-pass. Non era il modo ideale di iniziare una convalescenza. Sollevò i medici da ogni responsabilità, come ha fatto ieri, e disse che per battere la morte a volte si deve rischiare la vita.
Può essere, ma basterebbe un poco di attenzione politica e istituzionale da parte di chi può esercitarla con autorevolezza per evitare di giungere a tanto.
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