Silvio verso le dimissioni da senatore. Pannella: «Fai i servizi sociali da noi»

La Giunta per le elezioni e le immunità di Palazzo Madama tornerà a riunirsi il 4 ottobre. Respinta (come da copione) la relazione del senatore Pdl, Andrea Augello, il presidente della Giunta Dario Stefano (Sel) ha nominato se stesso nuovo relatore, con il compito di formulare un nuovo documento con una proposta diversa da quella di Augello. L’esponente di Sel chiederà senza tanti giri di parole la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi nell’udienza pubblica fissata per il 4 ottobre. Un appuntamento che si preannuncia clou, non solo perché è aperto a chiunque voglia assistere, ma perché per la prima volta avverrà in streaming, come piace ai grillini. Sarà, quindi, forse il primo processo parlamentare dell’era digital-multimediale della storia. Quel giorno, se il Cavaliere lo vuole, potrà partecipare per farsi le proprie ragioni o mandare i suoi legali. Accusa contro difesa: da una parte i senatori della nuova maggioranza (centrosinistra, M5S, Psi), a favore della decadenza, dall’altra il centrodestra.
Lo step successivo della Giunta, infatti, passa per una Camera di Consiglio, al termine della quale viene emesso il verdetto che, senza grossi colpi di scena, sarà contrario al leader Pdl. Mentre l’udienza nella Sala Koch sarà in diretta, e praticamente in mondo visione, visto che oltre a giornalisti, radio e tv, sarà in Rete, a portata di smartphone o tablet, la Camera di Consiglio è rigorosamente a porte chiuse. Ma poi Stefano proclamerà il responso per tutti. Il voto definitivo, quello nell’Aula del Senato, dovrebbe arrivare non prima della metà di ottobre. E per allora il Cavaliere potrebbe già avere deciso di dimettersi. Su questo le voci sono discordanti. Ieri Paolo Romani ha ammesso che le dimissioni sono una delle possibilità, ma ovviamente la decisione spetta solo a Silvio. Per Maria Stella Gelmini l’ipotesi non è contemplata prima del voto di Palazzo Madama. C’è anche chi ritiene che il leader Pdl stia lavorando da tempo a un discorso da tenere proprio in Aula, magari nell’imminenza del voto. I familiari, non è un mistero, spingono per una richiesta di grazia al Capo dello Stato, sebbene i toni usati nel videomessaggio di mercoledì facciano pensare che Berlusconi non ha alcuna intenzione di umiliarsi ammettendo la propria colpevolezza. Anzi, in un passaggio molto chiaro dei 16 minuti del filmato, il fondatore di Forza Italia si proclama «innocente», dice che la sentenza della Cassazione del primo agosto «politica, mostruosa, potrebbe essere non definitiva», lasciando intendere che, per lui, il processo si dovrà rifare e ancora: «Io non ho commesso alcun reato, io sono assolutamente innocente». A questo punto, quando arriverà anche l’interdizione da parte della procura di Milano, per il leader Pdl scatteranno i 9 mesi di condanna da scontare. La strada dei servizi sociali sembra la più probabile. In tanti si sono già fatti avanti per accogliere il senatore decaduto, ma ieri l’amico e leader dei Radicali Marco Pannella ha lanciato un invito a Berlusconi: «Silvio, vieni a svolgere i servizi sociali nella nostra associazione "Non c’è pace senza Giustizia". Fondata da Emma Bonino nel ‘93, l’associazione si occupa principalmente di tre questioni: giustizia penale internazionale, mutilazioni genitali femminili, democrazia in Nord Africa e Medio Oriente.
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