Si annuncia un percorso a ostacoli per il registro sul testamento biologico

Dalla Rassegna stampa

Ancora prima di arrivare in aula il biotestamento divide anche il centrosinistra. Oltre al centrodestra, anche l’ala più cattolica della maggioranza a Palazzo Marino frena sull’approvazione del registro per le scelte di fine vita che da ieri ha avviato il suo iter di adozione da parte del Comune. I laici di Pd e Sel ritengono comunque di poter contare su una maggioranza, pur stretta, per far passare il regolamento entro l’estate. I tempi sono però stretti. Il primo passo è stato fatto ieri, con la presentazione nelle commissioni congiunte Affari istituzionali, Politiche sociali e Referendum, delle due delibere di iniziativa popolare sottoscritte dal 11 mila milanesi, quella dell’associazione “Io scelgo” e l’altra dei Radicali. Due testi che, con qualche differenza, individuano uno schema base che dà la possibilità di lasciare le proprie volontà in busta chiusa in Comune o a un «fiduciario». Sul tema, però, c’è anche un terzo testo - prime firmatarie Marilisa D’Amico (Pd) e Patrizia Quartieri (Sel) - ancora all’esame dei Consigli di zona: un testo più strutturato che introduce anche scelte anticipate in materia di cremazione e donazione di organi e che, probabilmente, verrà tradotto in emendamenti in aula (probabilmente da metà aprile). «Puntiamo tutti alla sostanza», conferma D’Amico.

Come sul registro delle unioni civili, anche sul biotestamento la strada però si annuncia in salita. Già ieri in commissione c’è stata qualche scintilla. Il centrodestra ha chiesto interventi di esperti in tema di privacy e movimenti per la vita, dell’assessore regionale Mario Melazzini e della ricercatrice allieva di Veronesi, Sylvie Menard. Ad infastidire il fronte degli scettici anche la presenza di tre diversi testi sullo stesso tema. Inoltre i cattolici del Pd, non essendo il biotestamento tra i punti della campagna elettorale per Pisapia, potrebbero sentir meno il peso del richiamo all’ordine. Perplesso ad esempio è Andrea Fanzago, che ieri in commissione ha annunciato emendamenti per specificare il ruolo del personale medico e delimitare che cosa si potrà chiedere di interrompere (le cure terapeutiche e non le più generali cure mediche). Dubbi anche dal Pd Marco Cormio e da Anna Scavuzzo (Lista civica per Pisapia), prudenza dal Pd Rosario Pantaleo, che non si sbilancia: «è un tema delicato, me lo studierò». Un aiuto al centro sinistra potrebbe arrivare da Luigi Pagliuca, consigliere Pdl già favorevole alle unioni civili, pronto a dire sì: «Personalmente sono a favore del biotestamento: spero che il partito come la scorsa volta sui temi etici ci lasci libertà di azione». E la maggioranza spera di poter contare anche sul grillino Calise. Per il radicale Marco Cappato si tratterà «di identificare un testo base e gli emendamenti, con la libertà di ogni consigliere di intervenire con proposte di modifica anche quando il testo sarà in aula». Un sostenitore del regolamento è l’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino: «La questione non è tanto discutere sul se, ma sul come adottare un regolamento».

 

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