Senatori a vita, in pole anche Prodi, Letta e Pannella

ROMA - Si riapre il dossier dei senatoria vita "politici". E riparte il pressing del Pdl su Napolitano per convincerlo a inserire Berlusconi nel super pacchetto in arrivo. Solo che al Colle continuano a trovare la porta chiusa. Perché anche se il presidente della Repubblica sembra orientato a non tagliare più dalla rosa i nomi che vengono dal mondo della politica, resta fermo il no al Cavaliere. Una personalità «troppo divisiva per il paese», al centro di uno scontro permanente, e questo perfino anche al di là delle sue vicende giudiziarie. Quindi, senza quel profilo giusto dettato dall’articolo 59 della Costituzione per «illustrare la Patria per altissimi meriti».
Il Cavaliere che pensa ancora allo scudo di senatore a vita per schivare i colpi della magistratura, non troverà audience al Quirinale. Se c’è un nome spendibile nel centrodestra pare quello di Gianni Letta, grand commis di Stato oltre che braccio destro di Silvio. Oppure l’ipotesi Marco Pannella che, fra le sue tante e lunghe battaglie, ne conduce una che non dispiace al Cavaliere: quella per l’amnistia. Come il capo dello Stato aveva spiegato già davanti al primo assalto per il seggio permanente a Palazzo Madama affidato ad Alfano, che si presenta al Colle nei giorni tempestosi dell’assedio dei parlamentari pdl al processo Ruby. Proposta «irricevibile» la nomina di Berlusconi, peraltro avanzata a ridosso della scadenza del settennato. Un tentativo che il segretario del Pdl avrebbe bissato ancora nei giorni scorsi, dopo la sentenza della Consulta contro il legittimo impedimento, e senza miglior fortuna nel salvacondotto.
A riaccendere le speranze berlusconiane ora è arrivata la scomparsa di Emilio Colombo, l’ultimo dei padri costituenti, e anche l’ultimo dei grandi vecchi del Senato in carica, a parte Monti (unica nomina finora di Napolitano) e Ciampi (membro di diritto come ex capo dello Stato). L’inquilino del Colle si è ritrovato infatti fra le mani un maxi pacchetto di quattro nuove nomine per riportare a cinque la pattuglia dei senatori a vita, con una operazione-reintegro da far partire a questo punto in tempi ravvicinati, sia pure a "scaglioni". E con quattro cartucce a disposizione l’idea di tagliare fuori dalla mischia il mondo della politica, e di riservare l’alto riconoscimento solo a personalità accademiche "alla" Montalcini, sembra perdere quota. In questo (ma probabilmente solo in questo) facendo felice il capo dei deputati berlusconiani Renato Brunetta che ha chiesto a Napolitano di «non premiare l’antipolirica» nel meccanismo di scelta del laticlavio. Il dossier dei senatori a vita "politici" è dunque riaperto, è sul tavolo del presidente della Repubblica che ci sta lavorando. Insieme alla lista (folta) dei papabili che vengono invece dal mondo della cultura, della scienza, dalla società, aperta dalle superstar della musica Abbado e Muti. Le prime due nomine potrebbero arrivare a fine estate.
Ma se fuori Berlusconi fuori anche Prodi? Non è detto. Perché se davvero dal cilindro del Colle dovesse saltar fuori la carta Gianni Letta, la personalità a lungo più vicina al Cavaliere ma poi garante dell’operazione Monti, ecco che il Professore potrebbe rappresentarne l’alter ego del centrosinistra. Pure lui con tutta la sua storia di servitore dello Stato, e nel suo palmares gli incarichi europei e internazionali. E, forse, anche un " risarcimento" per lo schiaffo della mancata elezione al Colle.
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