Il segnale tra rigore ed elezioni

Dalla Rassegna stampa

Chissà se Mario Monti voleva solo fare gli auguri a Napolitano per il sesto anno del suo mandato, oppure se, come molti ieri a caldo argomentavano nei corridoi della Camera, ha adoperato questo spunto per reagire alle difficoltà in cui si dibatte da tempo e alle voci che si accavallano su un governo ormai in difensiva e un presidente del consiglio amareggiato per gli ostacoli impostigli quotidianamente dai partiti.

Ma anche se le parole dette in pubblico dal premier, specie dopo gli ultimi risultati elettorali, vengono passate ai raggi "X" - soprattutto dal centrodestra, che per venire incontro alle resistenze dei propri elettori ha inaugurato una forma di appoggio critico all'esecutivo -, non c'è dubbio che Monti un segnale voleva darlo, e per questo non s'e limitato a inviare un augurio rituale al Capo dello Stato.

Ne sono usciti infatti due messaggi, che faranno riflettere i partiti: Monti intende portare a termine fino in fondo il suo mandato e in questo senso, va da sé, non darà più grande importanza alle polemiche che vengono dall'interno della sua maggioranza. L'accenno alla sensibilità politica e umana di Napolitano nei confronti dei cittadini che sopportano i sacrifici di questa fase può anche essere inteso come una sorta di autocritica all' eccessivo rigore e al modo esclusivamente «tecnico» con cui finora è stato imposto. D'altra parte negli ultimi giorni Palazzo Chigi, almeno sui problemi più urgenti (esodati e pagamenti sospesi della pubblica amministrazione) s'è impegnato a cercare soluzioni urgenti.

Il secondo segnale riguarda la natura del governo: Monti ha voluto ricordare a tutti, alleati e avversari, di aver ricevuto il suo mandato direttamente dal Capo dello Stato, e in questo senso, anche se non lo definito formalmente così, il suo deve intendersi come un «governo del Presidente», che non può essere costretto a negoziati infiniti e inconcludenti su ogni punto del suo programma. Se ne ricava che sulle questioni aperte da troppo tempo, Monti intende andare a un chiarimento risolutivo, e se necessario porre la questione di fiducia, sapendo di poter contare sulla solidarietà del Quirinale.

Nel clima confuso di questi giorni, sarà difficile tuttavia che il messaggio del presidente del consiglio ottenga subito gli effetti dovuti. Almeno a giudicare dalla giornata di ieri, che ha visto ancora una volta paralizzata la discussione sulla legge anticorruzione del ministro di Giustizia Severino, Berlusconi e il Pdl non hanno molte intenzioni di mollare la presa.

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