Se linciare i radicali è gratis

Quello che è successo ieri nell'informazione è indicativo di un clima. Notava su Facebook Pierluigi Battista come quel che scrivevano nelle loro home-page molti siti assai frequentati, da Il Post a Dagospia e cioè che i radicali avevano consentito al governo di raggiungere il quorum necessario per la fiducia, fosse palesemente infondato. Bastava saper far di conto.
Ma, aggiungeva con ironia l'editorialista del Corriere, "tanto linciare i radicali è gratis". Aggiungerei che è anche comodo e necessario per chi non vuole ricordare ai propri elettori che Berlusconi si regge grazie a 4 parlamentari, 2 eletti col Pd e 2 con Di Pietro, e a numerose votazioni in cui la maggioranza si è salvata grazie alle assenze nelle file dell'opposizione.
I radicali non c'entrano nulla e anche stavolta la conduzione in aula dei deputati Pd ha portato alla sconfitta, evidenziata dalla scelta del simil-Aventino rivelatasi fallimentare. All'opposizione è una politica che manca, non 5 voti. I radicali invece di politica ne hanno fin troppa. Vogliono discuterci per criticarli? Bastava sentire Pannella a radio radicale, ieri in apertura di mattinata, annunciare la sua convinta partecipazione alla manifestazione che oggi si svolge a Roma e in tutto il mondo.
Eppure il leader radicale aveva iniziato la settimana candidando a capo del governo Emma Bonino, a sua volta recente firmataria, insieme a Soros, D'Alema, Joschka Fischer e altri, di un documento sulla politica economica europea che certo gli "indignati" combattono anche con la manifestazione di oggi. Sono "contraddizioni" che attraversano anche la sinistra, che invece di linciare i radicali farebbe bene a sforzarsi di capirne il dibattito. Nella certezza di trarne un utile per sé.
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