Scontro sull'Ambrogino a Sergio D'Elia. «È un ex terrorista»

Un Ambrogino per Sergio D'Elia, ex parlamentare radicale e fondatore di Nessuno tocchi Caino. L'idea è di Marco Cappato, consigliere comunale della Lista Bonino. Un'idea destinata a sollevare polemiche. Perché D'Elia è stato un terrorista di Prima Linea, condannato a venticinque anni di reclusione perché riconosciuto come uno degli ideatori di un'evasione dal carcere delle Murate di Firenze, nel maggio del 1979, che si concluse con l'omicidio dell'agente di polizia Fausto Dionisi. D'Elia, che quel giorno non era a Firenze e che quindi non partecipò all'azione, fu indicato dalla seconda Corte d'assise come una delle menti del piano. Marco Cappato spiega il senso della proposta: «Sergio è la dimostrazione di come un uomo che ha pagato per i suoi crimini possa rifarsi una vita fino a diventare uno dei leader della campagna mondiale contro la pena capitale». Ma il pidiellino Riccardo De Corato promette battaglia durissima. La Medaglia d'oro nel giorno del patrono a un ex terrorista? «Sarebbe uno scempio per Milano. Mi auguro che anche il Pd si dissoci da questo proposta folle».
A una settimana dal termine per la presentazione delle candidature, i nomi dei papabili «benemeriti» scarseggiano. La maggioranza proporrà la Grande medaglia d'oro per il cardinale Dionigi Tettamanzi, mentre nel centrodestra si fa strada il nome del patron d'Esselunga Bernardo Caprotti. Cappato punterà su altri due nomi: Giulio Cossu, professore della Statale che si occupa di cellule staminali per la terapia delle distrofie muscolari, ed Elena Cattaneo, la direttrice del centro di ricerca sulle embrionali.
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