Scontri interni e addetti in piazza: il governo "replica" sulle rinnovabili

Lobby o industria illuminata? Ciò che è certo è che le energie rinnovabili stanno diventando il nuovo fronte di scontro per il governo. Dopo il botta e risposta tra il ministro Corrado Passera, che vorrebbe tagliare gli incentivi al settore, e il ministro Corrado Clini, che invece li difende, ieri s'è vista la prima mobilitazione delle associazioni ambientaliste e degli imprenditori del settore. Si sono ritrovati in sit in sotto Montecitorio, hanno divulgato numeri su numeri a proposito dei benefici di eolico, fotovoltaico & co e hanno rivolto appelli all'esecutivo perché non tocchi gli aiuti. Soprattutto, hanno promesso un pressing senza sosta per bloccare i due decreti che, secondo le anticipazioni, dovrebbero tagliare gli incentivi. A conti fatti, insomma, il Quinto Conto Energia, ovvero il nuovo piano di sostegni in via di definizione, preannuncia per il governo scenari simili a quelli che si sono visti per le liberalizzazioni o la riforma del lavoro: lacerazioni interne, scontro con gli operatori e grane anche con settori della maggioranza, Pd in testa. Ieri diversi esponenti democratici erano in piazza al fianco delle associazioni, degli imprenditori e dei Verdi, che hanno ricevuto anche l'appoggio di sindacati come la Cgil e la Cisl. Ma quella che si sta realizzando è «una campagna allarmistica che non trova fondamenti nei dati reali», secondo la deputata radicale e membro della Commissione ambiente Elisabetta Zamparutti, per la quale quella in atto è una «difesa di interessi corporativi». Non è la prima volta che capita, come ha ricordato anche il deputato del Pdl ed ex sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia. «Quando il governo Berlusconi affrontò il tema delle rinnovabili - ha detto - gli attacchi si sprecarono. Nuclearista e ammazza-rinnovabili. Addirittura il ministro Romani vide potenziarsi la scorta per le minacce che ricevette.
Oggi invece si vedono in giro lacrime di coccodrillo a fiumi».
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