Sciopero del voto in Comune Pdl e Lega: «Regole violate»

Dalla Rassegna stampa

Per un motivo o per l'altro a fare lo sciopero del voto a Palazzo Marino sono in 19. Su un totale di 48 consiglieri. Un partito trasversale che protesta per svariate ragioni e che lo fa disertando sistematicamente le votazioni in aula.

Ieri hanno scelto di incrociare le braccia anziché schiacciare il pulsante tutti i rappresentanti del centrodestra: Pdl, Lega e lista Milano al centro. «Siamo andati dal prefetto a chiedere che ci aiutasse a ripristinare le regole dopo le violazioni verificatesi durante il dibattito per la cessione di Sea e Serravalle - denuncia il capogruppo del Pdl, Carlo Masseroli -. I diritti dei consiglieri sono stati violati e ora attendiamo l'intervento del prefetto. Fino a quel momento non voteremo più nulla». Per la capogruppo del Pd, Carmela Rozza, l'accusa è infondata. «Io credo che nessun prefetto - replica - possa ammettere che è stata negata ai consiglieri la possibilità di esprimersi a fronte di 28 ore di dibattito».

Sciopero del voto anche per Raffaele Grassi, dell'Italia dei valori. Il suo ordine del giorno per la revoca del Cda di Sea è stato rinviato su richiesta della stessa Rozza e lui non ha gradito. «Chiedo un chiarimento politico - dice -. Si è persa un'occasione per usare i tempi previsti dalla legge, entro il 27 novembre, per revocare il consiglio d'amministrazione senza oneri aggiuntivi per il Comune». «Discuteremo il documento, ma dopo la vendita - taglia corto la capogruppo del Pd -. Oggi sarebbe turbativa d'asta». In sciopero per le «regole violate» anche Manfredi Palmeri di Fli, mentre il radicale Marco Cappato continuerà ad astenersi dal voto fino alla relazione, attesa da tempo, sull'attuazione dei progetti chiesti con i 5 referendum sull'ambiente.

Ma le polemiche di consiglio non finiscono qui. Non passa inosservata l'assenza degli assessori, che già non avevano brillato per la tenuta durante la maratona su Sea e Serravalle. Ieri in apertura di seduta sui banchi della giunta c'erano solo il sindaco, Giuliano Pisapia, e l'assessore all'Urbanistica, Lucia De Cesaris. «Forse sono a casa a riposarsi per la notte in bianco dell'altro giorno», ironizza Carlo Monguzzi del Pd.

Tra un battibecco e l'altro, l'aula è però riuscita a trovare i numeri per eleggere Stefano Liebman, ordinario alla Bocconi, nel collegio dei garanti al posto di Lucia De Cesaris. Approvato l'accordo di programma su via Adriano 60 e, infine, l'ordine del giorno su Sea presentato da Marco Cormio (Pd) a tutela dell'occupazione e per il rispetto del piano industriale.

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