Rossi e la "Grande Napoli" che cova sotto il disastro

Esiste una associazione dal nome promettente e avventuroso: "Grande Napoli". Non è un club culturale, benché consumi solo cultura. È una iniziativa politica che vede, a Napoli, il vuoto, il pericolo, la solitudine, la tendenza al continuo slittamento da ciò che è legale a ciò che è illegale. Vede anche il pericolo fisico. Da una parte l’inquinamento e i rifiuti. Dall’altro se esista una possibilità di salvezza in una città nata sotto un vulcano, che si è arrampicata fino all’ultimo spazio disponibile, sempre più vicino al vulcano. E intanto la fervida cementificazione, caotica e affaristica, ha arrecato, e continua ad arrecare, danni immensi, nonostante celebri e drammatiche denunce come il film-capolavoro di Francesco Rosi Le mani sulla Città.
Il compito che "Grande Napoli" si è assegnato è la denuncia continua, quotidiana, in modo che, se non si fermano gli speculatori, non si fermano neppure coloro che si sono dati come compito il pensare diverso, pulito e nuovo, e il pianificare diverso, pensando al futuro di una città libera e moderna, dove la lotta alla malavita comincia da architettura e urbanistica. Ci sono personaggi che contano, sia pure in modo diverso dal senso tradizionale di queste parole, nella "Grande Napoli". Uno è Marco Pannella che ha dato vita a "Grande Napoli" quando é stato, per alcuni anni, consigliere comunale a Napoli. L’altro è Aldo Loris Rossi, architetto, docente a Napoli, Firenze e in prestigiose università del mondo, ma anche autore di saggi che hanno cambiato percezione e punti di vista su alcuni progetti chiave dell’architettura e dell’urbanistica italiana, quando scriveva sulla rivista di Bruno Zevi Architettura, Cronaca e Storia (che ho diretto per cinque anni, dopo la morte di Zevi, insieme ai suoi figli Adachiara e Luca, e con la collaborazione di Loris Rossi ).
Progetto per Napoli Metropolitana, dalla Terra dei fuochi a Eco-Neapolis (è il titolo del libro, pubblicato da M. E. Architectural Book and Review, Roma, 2014), comprende un accurato e grandioso lavoro di anni (il centro e il senso della attività di questo maestro di architettura e urbanistica per decenni) che per la prima volta Loris Rossi raccoglie in volume. È una coerente visione storica, fisica , sociale, estetica, politica di una grande e unica città del mondo che in Italia, purtroppo, ha un ruolo protagonista solo nel crimine organizzato e nel folclore. Il libro è ricco di rivisitazioni (mappe, fotografie aeree, rappresentazioni grafiche, ricostruzioni modello), provvede a colmare le lacune della consapevolezza storica delle zone, dei quartieri, dei territori della città e intorno alla città, trasformando un testo scientifico in un grande romanzo. Il pericolo ha ruolo importante nelle molte ramificazioni della vasta esplorazione dentro e intorno a Napoli di Loris Rossi. In particolare il pericolo della intensa costruzione tutto intorno alle falde del Vesuvio. Al di la del pericolo c’è il futuro, il libro di Loris Rossi serve a sapere che potrebbe essere quello di uno dei centri più importanti e interessanti e nuovi del mondo, con il suo carico di bellezza naturale e di storia.
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