Roma, il liceo sdogana le famiglie gay

Dalla Rassegna stampa

A Bologna e a Venezia ha suscitato aspre polemiche, ma al liceo Mamiani di Roma è già realtà. Sui libretti delle giustificazioni infatti si chiede la firma del "primo e del secondo genitore", non del "padre" e della "madre" o del più generico "genitore o chi ne fale veci" in vigore in moltissime altre scuole. Accade in un istituto storico, quello di "Porci con le ali", il liceo simbolo del ‘68 nella capitale, della Roma bene progressista e che vanta trai suoi alunni dal Nobel Emilio Segrè ai fratelli Muccino, da Altiero Spinelli a Nicola Piovani, tanto per fare qualche nome.

A cambiare la dicitura ci ha pensato la preside Tiziana Sallusti, che trasecola di fronte alle critiche che piovono, soprattutto dal centrodestra: «È stata una cosa naturale, e nel pieno rispetto del diritto di famiglia, anzi, una cosa richiesta dalle stesse famiglie». Perché, sottolinea, «la famiglia è cambiata, e la metà degli studenti vivono in nuclei allargati». «Non c’è alcun intento di svilire la famiglia, anzi - aggiunge -motivata proprio da un grande rispetto per tutti i tipi di famiglie. Non parlo solo di quelle con genitori dello stesso sesso, ma dei moltissimi alunni con genitori separati o divorziati, spesso con un nuovo compagno che si occupa del ragazzo come un padre o una madre, o degli studenti orfani. Sono realtà delicate e per questo ho preferito una formula generica che non discriminasse o mettesse in difficoltà nessuno».

Prima di lei, a fare da apripista, è stato il comune di Bologna con i moduli di iscrizioni alle scuole. E anche in quel caso ci furono polemiche. «Se la famiglia è naturale, tanto meglio. Ma si deve tenere conto di ogni situazione. Invece di fare critiche - tuona Sallusti - i politici dovrebbero occuparsi di fare politiche davvero a sostegno della famiglia». Ma cos’ è una famiglia? «Chi vive sotto lo stesso tetto prendendosi curai’ uno dell’ altro. Ai ragazzi, quando sono amati, queste quisquilie interessano poco». Ma le reazione non si fanno attendere. «Purtroppo le cattive mode attecchiscono più velocemente delle altre», commenta Gianni Alemanno, che chiede un intervento del provveditore. Federico Iadicicco, membro della costituente regionale di Fratelli d’Italia, tuona contro il provvedimento e lo definisce una boutade propagandistica. A lui fa eco il capogruppo del Pdl capitolino, Sveva Belviso: «Si tratta di una ridicola carnevalata arrivata in anticipo sulla stagione».

Plaude invece alla scelta del Mamiani Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center: «È una decisione molto positiva e va nella direzione giusta anche per non discriminare i genitori gay e lesbiche. Speriamo diventi una regola a livello nazionale e serva per lottare contro le discriminazioni verso tutte quelle forme di famiglia che esistono nella società». Alla dicitura "non discriminatoria" aveva dato il suo apprezzamento nei giorni scorsi anche il ministro Cedile Kyenge.

 

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