Riforme: veti incrociati tra i partiti su corruzione e legge elettorale

Dalla Rassegna stampa

Il calendario dei lavori parlamentari dei prossimi giorni sembra più una corsa a ostacoli che un momento di confronto aperto. Si comincia oggi nell'Aula della Camera dove ci si dovrà misurare sui temi della bioetica. In campo alcune mozioni di cattolici, Radicali, Idv e Pd sull'obiezione di coscienza «in campo medico e paramedico». Domani duplice "sfida": in Aula si comincia a votare il testo che modifica le norme sul finanziamento dei partiti e sul controllo dei loro bilanci. Mentre nella Sala del Mappamondo, dove si riuniranno le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, si riprenderà il voto degli emendamenti al ddl Anticorruzione. Mercoledì e giovedì, in commissione Affari Costituzionali del Senato, la sfida è sulle riforme: partita sempre più collegata alla legge elettorale. Solo se ci sarà l'ok in commissione e in Aula in tempi rapidi, si spiega nella maggioranza, sarà possibile che i "tecnici" delle riforme guidati da Violante tornino a sedersi al tavolo per tentare di cambiare il "Porcellum". Una riunione tra loro è prevista per il 5 giugno, ma per allora, si assicura, la riforma costituzionale dovrà aver passato il vaglio della commissione. Entro questa settimana, si assicura nel Pdl, il testo verrà licenziato e si darà il mandato al relatore a riferire in Aula. Ma è una previsione che si "ripete" da più di un mese. Quindi, si ribatte nel centrosinistra, meglio andarci «coi piedi di piombo». È vero che la timida apertura al doppio turno" da parte del leader Udc Pier Ferdinando Casini ha un po' riaperto i giochi, visto che il Pd, dopo le amministrative che hanno trasformato il panorama politico nazionale è tornato a chiederlo con forza, ma è anche vero che il Pdl sul punto è diviso.
 

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