Renzi: «Nessun piano B» Letta, D’Alema, Bonino dicono addio ai sogni di gloria

Dalla Rassegna stampa

«L’Italia chiede solo rispetto. Non si tratta di una posizione o di un’altra, ma chiediamo il rispetto che spetta a tutti i Paesi, in particolare a un Paese fondatore come il nostro». Il rispetto che Matteo Renzi evoca entrando nel palazzo di Justus Lipsius per partecipare al Consiglio europeo straordinario, rimanda agli accordi presi solo qualche settimana fa e che hanno permesso la nomina di Jean Claude Juncker a presidente della Commissione Europea. La riunione straordinaria di ieri era stata convocata proprio per completare un altro tassello del complesso puzzle della Commissione con la scelta di mister o miss Pesc, ovvero dell’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione. Invece si dovrà attendere altro vertice perché l’accordo non c’è e stavolta i Paesi dell’allargamento prodiano, intendono dire la loro e pretendono posti di rispetto.

Malgrado all’ordine del giorno del summit ci fosse solo la nomina del rappresentante per la politica estera, la Germania spinge per trovare un’intesa complessiva senza arrivare al voto che determinerebbe spaccature nella scelta dei commissari e, nel caso di mister Pesc, un ulteriore indebolimento di una figura già non eccessivamente rappresentativa dell’intera unione. Resta il fatto che l’Italia di Renzi ha un solo nome per la poltrona «estera» ed è quello di Federica Mogherini. Il sorriso con il quale Renzi si congeda quando gli viene chiesto se ha un piano B, la dice lunga sulla inesistenza, per il presidente del Consiglio, di nomi alternativi.

A cominciare da quello di Massimo D’Alema, passando per quello di Enrico Letta o di Emma Bonino. Nulla di tutto ciò. Eppure, entrando nel palazzone acciaio e vetro, Renzi ha dovuto fare i conti con i refoli provenienti dalla riunione del Ppe, e alimentati da mani italiane, che sostenevano più o meno l’impossibile. Ovvero che il presidente del Consiglio europeo uscente, Herman Van Rompuy, avrebbe proposto Enrico Letta come suo successore. Una suggestione che il portavoce di Van Rompuy si appresta rapidamente a smentire anche perché sarebbe oltre che inelegante politicamente molto inopportuno che un rappresentante delle istituzione europee entri nelle scelte dei singoli governi e nelle trattative tra i Ventotto. Renzi diserta per la seconda volta la riunione del gruppo socialista che precede il Consiglio e si conclude ribadendo la candidatura italiana anche perché nel frattempo, è evaporato anche il nome della bulgara Kristalina Georgieva perchè non riconfermato dal governo di Sofia.

 

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