Regione Puglia, arrivano i 10 addii. Nichi non voterà il Quirinale

Dalla Rassegna stampa

I Radicali cantano vittoria: tutti i 10 consiglieri regionali eletti in Parlamento, ieri, hanno formalizzato l’opzione per Roma negli uffici del consiglio regionale. I 6 neo-eletti del Pdl, i 2 del Pd e i 2 di Sel hanno, così, ufficializzato l’intenzione di sedere nella riunione delle Camere riunite per l’elezione del Capo dello Stato. Un appuntamento, quello di giovedì, cui invece mancherà il governatore della Puglia Nichi Vendola, che per primo aveva formalizzato l’opzione per Bari presso la giunta per le elezioni della Camera. Al suo posto, per l’assise più importante della nuova legislatura nazionale, siederà Arcangelo Sannicandro, primo dei non eletti nelle liste pugliesi di Sel, che per questo mantiene invariato a 11 il numero degli addii all’assise regionale di via Capruzzi (e dei relativi subentri).

«Grazie all’azione politica e legale dei Radicali, pur non presenti nel Consiglio della Puglia, esso - dice Annarita Di Giorgio - è rientrato nella legalità». Ieri hanno rassegnato le dimissioni dall’incarico consiliare Antonio Decaro e Michele Pelillo (Pd), Tony Matarrelli (Sel), Dario Stefano (PpV), Rocco Palese, Massimo Cassano, Pietro Iurlaro, Lucio Tarquinio, Roberto Marti e Gianfranco Chiarelli (Pdl). I subentri giocheranno qualche «scherzo» politico, soprattutto al centrodestra. Ai due esponenti Pd, infatti, subentreranno Michele Monno e Annarita Lemma; ai due vendoliani rispettivamente il neo-assessore Leo Caroli e Antonio Galati. Palese, Chiarelli, Marti e Tarquinio cederanno il posto ai Pdl Giuseppe Pica, Giuseppe Cristella, Vito Aloisi e Roberto Ruocco. Sin qui tutto in linea con i partiti di provenienza. Qualche problema lo creeranno, già nella prossima seduta, i subentri per Cassano e Iurlaro, invece. Al posto del primo arriva Tommy Attanasio, da tempo schierato con Emiliano, e al posto del secondo Marcello Rollo, passato nelle fila dell’Udc. Non a caso, dal gruppo Pdl - riunito ieri col vicecoordinatore regionale del partito, Di Staso, è arrivato l’appello alle new entry: «aderiscano al gruppo Pdl, per coerenza e lealtà nei confronti degli elettori che votarono per loro nel 2010. In caso contrario, meglio farebbero a rinunciare al ruolo di consigliere regionale».

Nella «vacatio» del doppio incarico, il presidente del consiglio Onofrio Introna aveva già bloccato le indennità da consigliere per tutti i 10. «Mi preme precisare - dice Decaro - che in questo arco di tempo non ho percepito alcuna indennità per le funzioni di consigliere regionale così come, peraltro, previsto dalla legge». Intanto, sulla sua pagina Facebook, Introna - che siederà nell’assise in quota «grandi elettori» - ha raccolto i suggerimenti su chi votare alla guida del Quirinale. «Avvicinandoci alla seduta congiunta delle Camere e dei rappresentanti delle Regioni, farò tesoro dei suggerimenti. Da uomo delle istituzioni, terrò conto delle designazioni unitarie del centrosinistra, ma come italiano dice - auspico la convergenza su un nome prestigioso di un’ampia maggioranza parlamentare».

 

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