I radicali si dividono, nonostante il no di Pannella

Dalla Rassegna stampa

I Radicali si schierano per Renzi. No, i Radicali non si schierano. È stata una mezza vittoria per Renzi, conclusasi con una doccia fredda, quella arrivata tra ieri e oggi. Il partito di Pannella & Bonino era stato, con una curiosa frequenza, più volte citato dal sindaco Matteo Renzi nel corso di più di una iniziativa e dibattito televisivo. Il sindaco riconosceva ai pannelliani la battaglia sui costi della politica e quella sulla «trasparenza» dopo lo scandalo del Lazio. Un filo rosso che va avanti da tempo: più volte alla Leopolda si erano visti aggirare esponenti radicali come il parlamentare Matteo Mecacci, e più volte Marco Pannella aveva «parlato bene» di Renzi.

Martedì, ecco l'endorsement, arrivato dopo quello della torinese Adelaide Aglietta. Il presidente dei Radicali Italiani (uno dei tre posti dove ci si può sentire radicali: quello italiano, il partito transazionale e la Lista Marco Pannella, che è quella che poi si presenta alle elezioni, ricorda La Stampa) Silvio Viale si schiera per Renzi. D'altra parte, tra Torino e Piemonte (Viale è di Cuneo) da sempre c'è un forte gruppo di esponenti vicini a quel movimento che organizzano comitati pro Rottamatore.

Una decisione eretica, dopo che Pannella stesso aveva avvertito: i Radicali non si schierano, anzi non votano. Ed infatti, ieri, il segretario di Radicali Italiani Mario Staderini e il tesoriere Michele De Lucia hanno bocciato la scelta di Viale. Non si fa così, il messaggio: «Queste primarie sono state organizzate con un percorso che ha escluso a priori proprio i Radicali, nonostante una delegazione sia ancora presente all'interno del gruppo parlamentare del Pd e senza neanche una spiegazione, nemmeno per i loro elettori. Lo stesso Renzi, al quale diamo atto di aver saputo riconoscere ai Radicali la titolarità di alcune lotte, sino ad oggi ha preferito evitare qualsiasi dialogo». Ecco, è forse questa la chiave di lettura: il dialogo. Perché qualcuno, tra i renziani, ha avviato un dialogo. Ma anche dai bersaniani, dopo mesi (se non anni) di gelo, pare sia partita una telefonata: dal cellulare del responsabile organizzazione del Pd Maurizio Migliavacca a quello di Emma Bonino. Una riapertura che arriva ad una settimana dal voto alle primarie (ed a pochi mesi dalle elezioni regionali e nazionali). L'unico che guarda alla finestra è il toscano Marco Taradash: «Non sono iscritto ai Radicali Italiani, ma a quello transnazionale e al Pdl. Non sono titolato a parlarne, mi pare no?».

 

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