Radicali, galassia che piace al Pd

Nel corso del congresso dei Radicali italiani si sono avute alcune conferme a proposito della consistenza degli aderenti alle formazioni pannelliane.
Usiamo il plurale perché non esiste soltanto il partito radicale. Molti, anzi, si stupiranno nell'apprendere che il Partito radicale (che oggi si fregia dell'etichetta di «nonviolento transazionale e transpartito» e che continua, sul piano storico, l'antico «partito radicale dei liberali e democratici italiani» fondato nel 1955 dall'ala sinistra del Pli) è un'organizzazione non governativa, ambiziosamente proiettata su un piano mondiale, di fatto guidata da italiani, che statutariamente non può presentarsi alle elezioni.
Privo da anni di un segretario, il partito transpartito è guidato da Marco Pannella. A concorrere alle elezioni sono invece i «Radicali italiani», il cui segretario è Mario Staderini, che si presentano alle elezioni come Lista Bonino-Pannella (prima, a volta a volta, Lista Pannella e Lista Bonino: i radicali sono fantasiosi).
Accanto a queste due strutture ci sono altre associazioni. C'è l'associazione «Luca Coscioni», che propugna la libertà di ricerca scientifica. C'è un'altra ong, «Nessuno tocchi Caino», contro pena di morte e tortura. C'è la «Lega internazionale antiproibizionista», per legalizzare le droghe. C'è l'associazione «Anticlericale.net», che già nella denominazione chiarisce i propri scopi. Bisogna poi ricordare «Non c'è pace senza giustizia», che s'interessa di promuovere i diritti umani. Inoltre, indubbiamente meno conosciuta di tutte le consorelle, si può ricordare l'organizzazione «Esperanto radikala asociatio», che si batte in favore dell'esperanto e contro il monopolio della lingua inglese.
Volendo, si potrebbero citare altri organismi ancora, di quella che i seguaci di Pannella amano definire «la galassia radicale», ma soltanto quelle prima ricordate sono state analizzate nella relazione del tesoriere di radicali italiani, Michele De Lucia. È emerso un dato numerico che merita di essere citato.
Esistono quasi cinquecento tesserati che si sono iscritti «a pacchetto», aderendo cioè a Radicali italiani, al Partito radicale e alle altre surriferite organizzazioni, tutte insieme. Oltre a questi radicali fedeli, che sottoscrivono per l'intera galassia, ci sono gli aderenti alle singole associazioni: due soli agli esperantisti, quattro a Non c'è pace, trentatré agli anticlericali. Più numerosi gli iscritti singolarmente a Nessuno tocchi Caino (oltre 300), alla Coscioni (più di 1.000), ai Radicali italiani (più di 800) e al Partito radicale (oltre 800).
Se ne ricava che la base radicale è costituita da mezzo migliaio di aderenti, che sono contemporaneamente militanti, dirigenti, attivisti, pronti a mobilitarsi per raccolte di firme, manifestazioni, iniziative referendarie, scioperi della fame.
C'è, poi, un altro migliaio, anzi meno, di aderenti al partito, ai Radicali italiani e alle associazioni, evidentemente meno stimolati.
La forza umana sulla quale può quindi fondarsi l'accoppiata Bonino-Pannella è dunque valutabile sotto le millecinquecento persone. Pochissimi, numericamente, ma capaci di attrarre, quando vi siano elezioni politiche, un seguito che si valuta fra il mezzo milione e il milione di votanti. Che i democratici vorrebbero tralasciare, ma che al momento delle alleanze elettorali potrebbero venire riconsiderati.
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