Radicali, campagna contro le fondazioni

Fuori le fondazioni, e con esse i partiti, dalle banche. Lo chiedono i Radicali italiani, con una petizione con proposta di legge nazionale che interesserebbe tre realtà in regione: la Fondazione Cassa di risparmio di Udine e Pordenone, quella di Gorizia e quella di Trieste. Le prime due sono infatti, rispettivamente, settima e decima azionista di Intesa San Paolo, l'una con lo 0,5 e l'altra con lo 0,31 per cento del capitale, mentre la terza detiene lo 0,5 per cento di Unicredit.
A spiegare le ragioni è Valerio Federico, tesoriere dei Radicali italiani, insieme al presidente dei Radicali friulani Stefano Santarossa e ad Alessandro Massari della direzione nazionale: «Noi chiediamo di far uscire completamente le fondazioni dagli istituti bancari per ridurre le possibili ingerenze dei partiti sulle destinazioni del credito». Per i Radicali, diverse sono le conseguenze negative del controllo delle fondazioni sulle banche: «È uno dei motivi della sottocapitalizzazione delle banche, perché le fondazioni ostacolano gli aumenti di capitale per evitare che la loro quota ne risulti diluita. E, quando intervengono, consumano risorse che andrebbero impiegate sul territorio».
Infine, c'è la questione della diversificazione degli investimenti: in regione, la Fondazione Cassa di risparmio di Trieste investe il 47 per cento del suo patrimonio in Unicredit e quella di Gorizia il 46 per cento in Intesa San Paolo. «Fra il 2010 e il 2012 - continua Federico - il patrimonio della Fondazione Crup è risultato quasi dimezzato a causa della mancata diversificazione degli investimenti, considerata la riduzione del valore delle azioni di Intesa San Paolo».
A confermare la loro tesi, i Radicali citano anche il dato negativo delle erogazioni delle fondazioni sul territorio nel Nordest, che dal 2011 al 2012 sarebbero diminuite del 15,2 per cento e, nel caso della Fondazione Crup, avrebbero toccato il livello più basso dal 2005. A sostenere la compagna dei Radicali, anche altre forze, a cominciare da Fare con Alessandro Da Re, Forza Italia con Fernando Padelletti, Nuova Pordenone con Giuseppe Pedicini e Sergio Zaia del Pd.
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