Quelle rapide carriere del Firmigoni

Da venditore di auto a consigliere provinciale del Pdl di Monza. Da semplice segretaria di partito, a segretaria particolare al Pirellone di Nicole Minetti, consigliere regionale inserita nel listino bloccato per le regionali lombarde dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Da consigliere di zona 2 a consigliere di peso a palazzo Isimbardi, sede della provincia di Milano. Il destino è stato molto clemente nei confronti di Fabrizio Figini, Clotilde Strada e Barbara Calzava, tre dei 15 indagati per le firme false che hanno consentito al governatore lombardo Roberto Formigoni di presentarsi alle elezioni amministrative del 2010.
È solo un caso che tra le persone coinvolte nella vicenda delle firme ci siano stati degli avanzamenti di carriera così repentini? La questione sta scuotendo all'interno il Pdl, già alle prese con congressi sempre più in bilico e un tesseramento che stenta a decollare. Tanto che stanno iniziando a volare parole grosse tra gli stessi protagonisti. Del resto, dopo la chiusura delle indagini sul fronte penale da parte di Alfredo Robledo, le sorprese ora potrebbero arrivare in sede civile, con un'udienza fissata per la fine di novembre.
I Radicali che hanno fatto partire la denuncia confidano che il giudice dia seguito alle richieste già avanzate dal Consiglio di Stato, ovvero dalla giustizia amministrativa. I tempi sono stati molto lunghi, si pensi che è passato più di un anno dall'inizio del procedimento, ma la possibilità che sia fatta giustizia è l'ultima a morire. Nel senso che ormai, ben due periti, tecnici del palazzo di Giustizia, hanno testimoniato che le firme erano false. Serviranno altre conferme?
Dal giudice civile potrebbe arrivare infatti una sentenza che potrebbe far decadere in un colpo solo tutti i consiglieri eletti di Lega Nord e Pdl, sconvolgendo non di poco gli attuali assetti di maggioranza e opposizione. Sul fronte penale, invece, martedì sono stati notificati gli «avvisi di conclusione delle indagini», ai 15 indagati, in gran parte consiglieri provinciali del Pdl, accusati di falso. Tra loro, il volto più noto è quello appunto della Strada, assistente personale della Minetti con uno stipendio di tutto rispetto in regione Lombardia. Sarebbe stata lei, secondo l'accusa, «in qualità di vice responsabile elettorale del Pdl Lombardia», «la responsabile dell'attività di raccolta delle firme dei sottoscrittori necessarie per la presentazione della lista». Strada avrebbe commesso il reato di falso in atto pubblico in «concorso» con i consiglieri provinciali Massimo Turci e Barbara Calzavara, anche loro indagati, assieme agli altri due consiglieri della Provincia, Nicolò Mardegan e Marco Martino. Nel computer della Strada sarebbero stati trovati 1.500 nomi già usati alle precedenti regionali. «Le sentenze arriveranno solo dopo la fine della legislatura di questo consiglio regionale abusivo», hanno sostenuto nei giorni scorsi Marco Cappato e Lorenzo Lipparini, che hanno rilanciato una petizione al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché il giudizio arrivi in tempi brevi, vista la decisione della Corte costituzionale che autorizza solo il giudice civile a verificare la veridicità delle firme.
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