Quei diritti negati ai bambini col fucile: torturati, detenuti e privati del futuro

Lo scenario dell’informazione televisiva e della stampa cartacea sembra aver dimenticato la situazione politica e sociale che sta vivendo la popolazione siriana. In occasione della 27 Sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, in corso a Ginevra, "Non c’è Pace senza Giustizia" e il Partito Radicale Nonviolento, con il sostegno delle istituzioni governative italiane e francesi, svolgono un evento sui bambini e i ragazzi nel contesto siriano, con la collaborazione di organizzazioni per la tutela dei diritti umani siriani.
L’incontro analizza soprattutto la problematica del reclutamento dei bambini durante le ostilità, le torture e la detenzione di cui sono vittime. Dopo più di tre anni di conflitto, la popolazione siriana vive una situazione disastrosa e continua a peggiorare a una velocità allarmante. Quello che sta accadendo in Siria è una crisi umanitaria, una sistematica violazione dei diritti umani che colpisce la popolazione civile con un particolare terrificante riguardante i bambini e i ragazzi.
Nel suo primo rapporto sulla situazione dell’infanzia e dell’adolescenza all’interno del conflitto siriano il segretario generale dell’Onu ha attestato prove e documentazione di esecuzioni sommarie, sparizioni forzate, tortura, stupri, evacuazioni forzate, assedi di città, crimini che incidono con dolorosa forza l’esistenza dei bambini e dei ragazzi. Inoltre, il nuovo rapporto congiunto di Unicef, Unhcr, World Vision e Save the Children, intitolato "L’istruzione interrotta in Siria", dimostra una situazione allarmante per lo stato dell’istruzione dei bambini siriani.
Dal 2011, circa tre milioni di bambini siriani sono stati costretti a interrompere il proprio percorso di studi per via dei combattimenti che hanno distrutto edifici, reso pericoloso recarsi a scuola e costretto moltissime famiglie ad abbandonare il paese per trovare rifugio altrove. Negli ultimi tre anni sono stati annullati i progressi compiuti in un intero decennio. La situazione è peggiorata nella provincia di Aleppo e nelle aree controllate dall’Isis. Secondo rapporti dell’Onu, l’Isis obbliga gli abitanti, inclusi i bambini, a partecipare alle esecuzioni pubbliche che avvengono tramite decapitazione oppure con un colpo di arma da fuoco alla testa. Tale spettacolo agghiacciante è divenuto abituale nelle zone sotto controllo dell’Isis, che incide sull’esistenza di bambini, anche perché i corpi delle vittime vengono tenuti in mostra, come trofei, per diversi giorni.
Riguardo la Siria, l’obiettivo a lungo termine di "Non c’è Pace senza Giustizia" è quello di promuovere la democrazia, i diritti umani e fondamentali attribuendo decise responsabilità nel processo di risoluzione dei conflitti armati, ponendo fine anche al massacro e alle violazioni dei diritti fondamentali dei bambini e degli adolescenti.
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