Processo lungo, il Cav ha fretta e impone la fiducia: oggi il voto

Ritorna la bagarre in Senato. Sembra essere completamente evaporato quel clima di concordia realizzatosi, due settimane fa, sull'emergenza finanziaria. È bastato che Pd e Idv presentassero, sempre ieri, le questioni pregiudiziali al cosiddetto "processo lungo", approdato in Aula in mattinata, per spingere il governo ad agire subito per bloccare qualsiasi tentativo di ostruzionismo ad un provvedimento che è stato bollato dalle opposizioni come "legge ad personam" per aiutate il premier nelle sue vicende giudiziarie. Il governo ha posto subito la fiducia sul ddl, che sarà votato già in mattinata, con una tempestività che ha completamente spiazzato e irritato il centrosinistra, con buona pace degli stessi tentativi annunciati da Renato Schifani (nella foto) di non far degenerare il confronto nell'Aula di Palazzo Madama. Il presidente del Senato aveva posto come tempo massimo per l'approvazione del processo lungo giovedì della prossima settimana per non strozzare il dibattito. Non è la prima volta che al Senato il ministro Elio Vito annuncia la fiducia su un provvedimento ma questa volta è sembrato un intervento a freddo, inatteso, senza neanche aspettare che terminasse il dibattito generale. È stata bagarre in Aula.
L'opposizione è insorta subito denunciando «una prova muscolare» da parte di un governo tacciato come «del tutto irresponsabile» perché «pronto allo scontro sulle questioni giudiziarie» mentre, come hanno obiettato Francesco Rutelli, Perluigi Zanda, Felice Belisario e altri «non è solo il Presidente della Repubblica ad invocare coesione e concordia per affrontare la grave crisi economica e di credibilità del Paese». Per quanto riguarda l'accusa di regime, Maurizio Gasparri ha parlato di «esagerazione» accusando Pd e Idv di dire «falsità» sui processi contro la mafia. Per il Carroccio, Federico Bricolo si è limitato ad osservare che «la fiducia è una scelta del governo» e ha obiettato: «se porre la fiducia vuol dire regime cosa dovremmo dire noi sul fatto che voi al governo mettevate la fiducia ogni giorno?». Intanto, per i finiani, la presidente della commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno, in attesa dell'arrivo del ddl a settembre, definisce il processo lungo "inaccettabile" mentre l'Anm, che con il suo presidente Luca Palamara ha partecipato ad un convegno sulla Giustizia, promosso dai radicali, definisce il provvedimento «devastante» paventando «una paralisi totale per tutti i dibattimenti attualmente pendenti».
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