Politica, benessere e fiscalità ambientale

Un recente seminario organizzato da Radicali Italiani sui temi della contabilità e fiscalità ambientale ha fatto conoscere il livello di maturità di un dibattito che, tanto sul piano nazionale che sovranazionale, può contribuire al superamento della misurazione del benessere secondo la logica tutta economicistica della crescita del Pil. La statistica si sta sempre di più animando di una sensibilità ambientale al punto che la Commissione statistica dell’Onu si accinge quest’anno ad elevare il rango del sistema dei conti ambientali allo stesso livello di quelli economici.
A questa evoluzione sul piano tecnico scientifico, se ne affianca un’altra di tipo istituzionale/normativo. Dall’autunno 2013 infatti, in ambito europeo, diverranno obbligatori conti ambientali su una prima serie di moduli: quello dei flussi di materia; quello della fiscalità ambientale ed infine quello sulle emissioni. Si tratta ora di capire quale sia l’interesse del governo Monti e del Parlamento per un tema su cui si era fortemente speso il governo Prodi e che passa anche da una maggior considerazione legata alle potenzialità della fiscalità ambientale.
Anche perché in questo modo può avere senso la scelta annunciata dal Presidente Monti di spostare la tassazione verso consumi e patrimoni. Di fronte all’enorme debito ecologico accumulato negli anni insieme al debito pubblico, il criterio principale per una buona imposizione indiretta deve essere il recupero delle esternalità ambientali. Una base di confronto su questo la offrono già la proposta di introduzione di una carbon tax presentata dai deputati Radicali o di cancellazione di quelle innumerevoli agevolazioni ed esenzioni sulle accise su combustibili fossili. Aperto infine il dibattito sulla revisione degli indicatori del benessere tanto sul piano nazionale che sul piano internazionale.
Quest’anno sono previsti appuntamenti rispetto ai quali diventa importante conoscere la posizione del nostro Paese. Mi riferisco al convegno mondiale sulle misure del progresso che si terrà ad ottobre a New Delhi, tema di cui si parlerà però anche alla conferenza di Rio sull’ambiente il prossimo giugno. Senza contare che devono essere rivisti anche gli obiettivi del millennio che scadono nel 2015. Un dibattito affascinante in cui, come Radicali, avvertiamo la necessità di inserire indicatori connessi alla legalità e allo stato di diritto tra le misurazioni del progresso.
© 2012 L'Unità. Tutti i diritti riservati
SU