La Pisana, il Consiglio delle spese

Dalla Rassegna stampa

«E pensare - scuote la testa il Radicale Rocco Berardo - che il carcere di Rebibbia costa, per la stessa voce, cinquantamila euro». Il consiglio regionale del Lazio giusto un po' di più: lavori e manutenzione, nella previsione del 2012, valgono dieci milioni di euro. Nel 2011, i milioni spesi dai cittadini per mantenere stanze e uffici degli eletti erano otto. Con l'ulteriore aumento, dunque, la spesa mensile è di ottocentotrentatremila euro. Alcuni tra i politici chiamano la manovra che contiene anche questa novità con due parole: dei tagli.

Per carità, si tratterà di una spesa necessaria. Del resto, basta avvicinarsi in un periodo qualsiasi dell'anno al consiglio regionale di via della Pisana per accorgersi che lì lavori in corso ce ne sono sempre: «La fabbrica di San Pietro più che un consiglio regionale - ironizza il Radicale Berardo - perché non c'è periodo dell'anno senza lavori, manutenzioni varie. I costi, del resto, sono incredibili».

E sono molte le spese che riguardano consiglieri regionali, presidenti di commissione, vicepresidenti, presidenti di gruppi, anche da un solo iscritto. Com'è noto, chi ha un gruppo può contare su una lista lunga così di vantaggi: il capo, può assumere sei persone più l'ufficio stampa. Se un gruppo è di un solo consigliere, le assunzioni diventano tre. Se gli iscritti sono più di tredici, le assunzioni salgono a 24. Ora, certo: la norma che permette a un singolo di uscire dal partito con il quale è stato eletto per dichiararsi capogruppo di se stesso, è stata cancellata. O quasi. Il consiglio regionale ha infatti stabilito che non si potrà più fare: l'entrata in vigore, neanche a dirlo, non è immediata.

Dal 2015. Ciò che già esiste, alla Pisana, è un piccolo record: i consiglieri laziali sono, tutti o quasi, graduati. Del resto, le commissioni da sedici sono diventate venti. Perché bisogna sostenere la candidatura di Roma per i Giochi del 2020, certo, perché ancora di più adesso che la Lega non è più al governo è fondamentale approfondire il tema del «federalismo fiscale»: ma a parte le motivazioni ufficiali, forse in questo proliferare di commissioni incide il numero dei benefit che si ottengono. Per citarne solo alcuni: oltre al solito stipendio a quattro zeri, il presidente e i due vice intascano un aumento rispettivamente di novecento e seicento euro. Possono assumere, in numero variabile da tre a cinque. Ovviamente, neanche a dirlo, la commissione dà diritto all'auto blu. E agli uffici. Una norma testimonia l'attaccamento alla causa dei consiglieri, altro che vili privilegi: i Radicali hanno proposto di sciogliere automaticamente la commissione per i Giochi del 2020 in caso di sconfitta di Roma nella corsa all'assegnazione. Bocciata: due favorevoli, 45 contrari.

Quando in era Polverini deflagrò il primo caso di monogruppo, Francesco Storace (che al pari di altri ex presidenti ha il proprio vitalizio sospeso perché ancora in carica) intervenne nella polemica: «Tagli agli sprechi? Ma nell'ufficio di presidenza ogni segretario può avere nove persone, i vicepresidenti tredici...». Per spiegare il clima, in fatto di sprechi, basterà forse considerare la norma sul rimborso carburante: ne ha diritto chi vive ad almeno quindici chilometri dal consiglio. Li incassano tutti. Anche quelli che, sul 730, dichiarano di non possedere l'auto.

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