«Pintor mi disse» Pannella alla radio: «Cerco un modo per aiutare il manifesto»

«Ricordo che una sera, molti anni fa, ero al bar delle Antille a via Tomacelli, o forse ero salito su al manifesto per vedere qualcuno, e invece vedo Pintor. Gli dico: senti, ci incontriamo solo per caso, ma è possibile che non riusciamo mai ad avere un rapporto? E mi ricordo che lui mi risponde: è vero, noi non ci siamo mai presi». Così domenica pomeriggio Marco Pannella su Radío Radicale, in un lungo passaggio della conversazione con l'ex direttore Massimo Bordin, appuntamento fisso per amanti del genere. Pannella procede come un fiume in piena, governato appena dal giornalista, non dimentica le tante distanze fra radicali e collettivo del manifesto, non risparmia critiche, affettuose ma critiche («hanno lottato quanto noi?»), poi Lucio Magri, il «prestigio» del giornale che «c'è ed è indubbio», e finisce per interrogarsi sulle responsabilità della crisi della testata. «Che si può fare?», chiede. «Io penso che dovremmo tornare alla nostra vecchia linea: nessuna lira ai partiti, più di una lira ai giornali di idee», replica Bordin, che elenca le testate che hanno chiuso sotto il governo Monti. Ma Pannella vuol farsi venire un'idea: «Pubblicità gratuita al manifesto per promuoverne la difesa?», continua, «Di pubblicità noi non ne facciamo. Non sono abituato a rimuginare nei dubbi, ma cosa cazzo si può fare?».
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