Piemonte: braccio di ferro sul Garante; contro l’abolizione, dura opposizione dei Radicali

La fobia dei tagli sta pervadendo anche settori che di tagli non avrebbero certo bisogno. Riparte in consiglio regionale del Piemonte la discussione sulla proposta di legge che abrogherebbe il Garante dei detenuti, figura fondamentale per garantire la tutela delle persone ristrette nelle carceri italiane alla quale si vorrebbe rinunciare per ragioni di risparmio.
A chiedere l’abolizione, la maggioranza del centrodestra per bocca del capogruppo Pdl, Luca Pedrale, che la giustificherebbe con ragioni di risparmio. Ragioni ridicole e inesistenti secondo i Radicali, che si oppongono duramente alla mozione: “Non copritevi di ridicolo, proprio mentre siete sotto inchiesta”. La proposta di legge 188 sancirebbe inoltre la scomparsa di tre figure di garanzia cruciali a livello regionale: oltre a quella per i detenuti, si parla anche di quelle per i diritti degli animali e per l’infanzia e l’adolescenza.
Sono Igor Boni, presidente dell’associazione Adelaide Aglietta, e Giulio Manfredi, della direzione nazionale, ha parlare di una autentica impostura: “Abolire il garante delle carceri con la scusa del risparmio (il costi si aggirerebbero su poco più di 30mila euro annui) - spiegano - non significa nascondersi dietro a un dito ma semplicemente coprirsi di ridicolo”.
“La Regione Piemonte se avesse solo a disposizione i rimborsi contestati in queste settimane ai consiglieri pagherebbe il garante per quasi cinquant’anni! Demagogia? Non ci pare proprio. Diamo atto, per altri versi, al Pd e alle altre opposizioni di non avere fatto passare sotto silenzio il vergognoso tentativo del centrodestra di far fuori l’istituto del garante; rivolgiamo loro un pressante appello affinché utilizzino tutti gli strumenti del regolamento consiliare (ostruzionismo compreso) per non far passare lo sciagurato progetto di legge ammazzagarante”.
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