Petizione per chiudere i lager di Campania, Basilicata e Sicilia

Dalla Rassegna stampa

Dall'inizio delle rivolte in Nord Africa e, in particolare, dall'inizio dell'arrivo di numerosi nordafricani nel nostro paese, una serie di acronimi compaiono sempre più spesso nelle cronache quotidiane. Si tratta di Cie (centro di identificazione ed espulsione), Cara (centro di accoglienza per richiedenti asilo), Cda (centro di accoglienza) e Cai (centro di accoglienza e identificazione). Sono luoghi a cui si ricorre per gestire quello che il Governo ha definito come "stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale". Un'ordinanza, la numero 3935 del 21 aprile, ha autorizzato la creazione di tre nuovi centri indicati con una sigla diversa da quelle prima citate: i Ciet (Centri di identificazione ed espulsione temporanei) ubicati a Santa Maria Capua Vetere in Campania, a Palazzo San Gervasio in Basilicata e a Kinisia in Sicilia.

Lo scorso 2 maggio i senatori Annamaria Carloni (Pd) e Marco Perduca (Radicali), hanno visitato il centro campano. Le condizioni igienico-sanitarie dei 102 "ospiti" tunisini sono risultate molto gravi. Maurizio Braucci, Goffredo Fofi, Alessandro Leogrande e Roberto Saviano, in base al resoconto di quella visita, hanno deciso di promuovere una petizione rivolta al Ministero dell'Interno affinché la struttura venga chiusa. Secondo i promotori questa iniziativa è necessaria "al fine di riservare un trattamento democratico delle persone li senza motivo detenute e cessare l'umiliante situazione che, lungi dall'affrontare l'emergenza attuale, sta soltanto creando un assurdo meccanismo di uomini trasformati in bestie e in aguzzini".
Ci sembra una buona iniziativa.

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