Perché sulla Sanità Monti ha ragione

Dalla Rassegna stampa

"Il diritto alla salute e l'organizzazione pubblica dei servizi ai cittadini sono requisiti irrinunciabili di sviluppo sociale e convivenza civile, ma sono anche elementi decisivi di garanzia dell'effettiva eguaglianza tra i cittadini: valore essenziale, principio fondamentale della nostra Costituzione, di un'Italia civile che va sostenuta. Affermare la necessità di rendere il sistema sanitario pienamente sostenibile non ha nulla, proprio nulla a che vedere con la logica della privatizzazione". Sulla Sanità Mario Monti ha ragione. Fingere che il nostro sistema sanitario possa sopravvivere indenne nei secoli è ipocrita e pericoloso. Meglio mettere le mani avanti. Sapendo che alcune delle sfide davanti a noi richiedono correzioni strutturali: la maggior durata della vita, a cui corrisponde per fortuna una vecchiaia più lunga e più in salute, è un dato positivo al quale dobbiamo adeguare l’offerta di servizi sanitari. Ma, oltre a questo, c’è un elemento su cui possiamo e dobbiamo intervenire: non esiste una Sanità “italiana”; esistono tante sanità regionali. Alcune buone, altre meno, sia nella performance sia nell’efficienza con cui vengono spese le risorse disponibili. Il modello è quello lombardo – il quale attira da fuori regione addirittura il 10 per cento dei suoi pazienti.

Ma occorre rimuovere le incrostazioni che hanno consentito alcuni degli scandali degli ultimi mesi. Le caratteristiche principali sono tre: la concorrenza tra strutture pubbliche e private, la loro remunerazione attraverso un tariffario uguale per tutti, e la distinzione tra il pagatore del servizio (le Asl) e il suo produttore (le singole strutture). In Lombardia si è inceppata la pretesa della politica di mantenere l’ultima parola, introducendo una forma di contingentamento numerico delle strutture e soprattutto riservando una quota dei fondi (le cosiddette “funzioni non tariffate”) a trasferimenti più o meno discrezionali, che hanno beneficato per l’80 per cento impianti pubblici e per il resto privati non-profit. Se vogliamo prendere sul serio l’invito di Monti, dobbiamo estrarre dalla Lombardia la sua essenza e farne un infuso da somministrare all’intero paese.

 

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