Pdl, campagna d'estate Alfano «degradato»

Dal 12 agosto la raccolta firma per i referendum sulla giustizia proposti dai Radicali ancora con il vessillo Pdl. Il giorno di Ferragosto sarà quello degli aerei estivi, quelli con il messaggio pubblicitario nella coda ma invece che la reclame del gelato o della crema abbronzante diranno: «Tutti con Silvio». Dal 16 agosto i blitz nelle località di mare, nelle piazzette all’ora dell’aperitivo, nelle pinete con i caffè letterari, nei teatri all’aperto. «Il presidente Berlusconi - spiega Ignazio Abrignani, responsabile elettorale del partito - andrà in giro, nelle località turistiche ma certo non nelle spiagge, per capire gli umori della gente». Comizi estivi, in bermuda e sandali, per annusare l’effetto che fa presentarsi agli elettori da pregiudicato.
Vedremo. Capiremo. I fedelissimi del Cavaliere, titolo che ancora conserva ma anche questo a rischio, danno una tempistica netta: Ferragosto. Entro quella data, complice un po’ di tregua che dovrebbe arrivare dalla sospensione dei lavori parlamentari, «deve arrivare il segnale atteso». Il modo di garantire l’ormai famosa agibilità politica «pur nel rispetto delle regole». Gli esperti di esecuzione pena si stanno esercitando nelle pieghe di un affidamento in prova ad un’istituzione in cui il condannato possa avere il modo di esprimersi. E di fare, dietro le quinte, a suo modo politica. Nel frattempo lui sta ad Arcore in ritiro, come il mister che deve decidere la formazione per la partita decisiva. Schema d’attacco che fa saltare il governo e punta al voto per la fine di novembre? Schema difensivo, di tenuta, in cambio di garanzie per il suo futuro politico? Silvio Berlusconi li ha pronti entrambi. E l’opzione falchi o quella delle colombe filogovernative che però, ragiona una fedelissima, «finora gli ha riservato solo delusioni e lui stesso comincia a dubitare delle tante rassicurazioni ricevute». Deve solo decidere. E a decidere alla fine sarà solo lui, con la figlia Marina - che ha un ruolo decisivo in questo passaggio - e Piersilvio schierato senza se e senza ma con padre e sorella. Riceve in villa consiglieri dell’una e dell’altra fazione. Nella formazione dei falchi è da registrare il ritorno di alcune vecchie glorie, Cesarone Previti e Marcello Dell’Utri, gli amici di una vita, congelati da condanne e sentenze. E che, ora che è pregiudicato pure lui, adesso ritornano.
Il presidente si confronta con gli avvocati. Fa i conti con il calendario delle sue scadenze giudiziarie che sono segnate: in autunno, tra fine ottobre e, più facilmente, novembre dovrà decidere come scontare l’anno di pena, arresti domiciliari o affidamento in prova; nello stesso periodo, in ottobre, decadrà da senatore ma potrebbe anche decidere di dimettersi (suggerimento caldeggiato da Gianni Letta e da Fedele Confalonieri). Così come invece potrebbe decidere, come sostiene Daniela Santanchè che ha avuto in questo senso rassicurazioni tecnico-legali, «di presentarsi in carcere». Per farsi respingere perché in cella uno di 77 anni non può neppure entrare. Ma insomma, l’effetto drammatico sarebbe assicurato. E il ritorno in termini di voti affettivi, anche. Nei calcoli che porteranno alla scelta tra uno o l’altro schema, elezioni a novembre o tutto rinviato al 2015, il Cavaliere non può prescindere da quello che è l’ostacolo più grande, quasi insormontabile: la legge elettorale. Il ministro per le Riforme Gaetano Quaglieriello accusato di intelligenza con il nemico, chiude ogni chance: «Il 3 dicembre la Consulta dirà come dovremo correggere il Porcellum, andare alle urne con il sistema attuale significa votare un Parlamento che a dicembre potrebbe essere illegittimo». Ma nel Pdl c’è il piano B, il Mattarellum rivisto e corretto o l’indicazione del quorum per avere il premio di maggioranza, da portare in aula a settembre. Alfano all’Interno e responsabile della macchina elettorale potrebbe, poi, essere un prezioso alleato. Già, Alfano, il segretario del partito. Ieri molti in Transatlantico dicevano: «Non c’è più il Pdl, non c’è più il segretario».
La prova: le ultime due direttive operative ai circoli (per le firme, gli aerei e l’organizzazione dei comizi estivi) hanno la firma di Denis Verdini. Osservano molti: «Non era mai successo». Sarà, quindi, la campagna di Forza Italia. Con degno apparato di amarcord a cominciare dal ritorno della nave Azzurra attesa al varo il 7 settembre in Romagna, tra Rimini e Riccione. Riflette un senior Pd: «Era il 2000 e quella fu la compagna comunicativa più incredibile che si ricordi. Se torna Azzurra ... insomma, qualche pensiero lo può dare». Nello schema di gioco che porta al voto a novembre Berlusconi Silvio non è candidabile. Su questo non ci sono più dubbi: il combinato disposto della legge Severino sull’ incandidabilità e l’arrivo, tra qualche mese, delle pene accessorie (interdizione dai pubblici uffici) che arriveranno dalla Cassazione, non rendono più agibile questa strada. Il nome da giocare a quel punto diventa Marina nel tentativo di puntare sull’effetto Kennedy, la dinastia, la garanzia del nome a prescindere dalle effettive capacità. Roba che non si è mai vista in Italia e che i sondaggi di Alessandra Ghisleri continuano a sondare. Al momento La Cavaliera (copyright Haffington post) non scalda ma piace. Insomma, se campagna elettorale sarà, sarà tutta giocata sulla mozione degli affetti. Sul Cavaliere vittima e martire che nonostante tutto e a dispetto di tutti resta in gioco. Sfidando altre sentenze e processi e verdetti senza più l’immunità. «Io non mollo, io resto qui con voi» ha gridato domenica dal palco. Dicono i sondaggi della Ghisleri che l’opzione melodramma piace tanto. Fin troppo.
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