Il Pd corteggia la Polverini E lei lancia la sfida al Pdl

Qualcuno parla di «crisi». Altri di «eresia». Sono molto coloriti i commenti sull'idea di Esterino Montino (Pd) di appoggiare candidati di «Città Nuove», creata da Renata Polverini, nei ballottaggi che in molti comuni del Lazio vedono due esponenti del centrodestra contendersi la poltrona di sindaco. Ma il coordinatore del Lazio del Pd, Francesco D'Ausilio, annuncia: «Il partito ha demandato ai candidati sindaci la possibilità di eventuali alleanze». Il patto con la Polverini «è possibile a Sora dove il candidato di "Città Nuove", Enzo Di Stefano, è sostenuto anche da Udc - precisa D'Ausilio - mentre è più difficile a Terracina dove l'Udc sostiene il candidato del Pdl». La governatrice del Lazio che oggi vedrà il presidente Berlusconi, chiarisce: «Non c'è bisogno di apparentamenti, la sfida è diretta tra i candidati. Si vota sui programmi e se i programmi convincono anche gli elettori del Pd credo sia un segnale positivo».
Ma i mal di pancia nel centrodestra sono evidenti: «Nessuno della coalizione del centrodestra può fare apparentamenti con il Pd - sottolinea Alfredo Pallone, europarlamentare e vice coordinatore del Pdl del Lazio -. Altrimenti sarebbe inquietante dal punto di vista politico e si aprirebbe una crisi nel centrodestra. Le proposte del Pd vogliono solo creare problemi, ma noi non cadremo in questo trabocchetto». E sull'altro fronte, Lucio D'Ubaldo, senatore Pd, rincara la dose: «La strada indicata da Montino ha elementi di generosità, ma sconfina nel machiavellismo: queste mezze proposte assomigliano a eresie». E Francesco Storace (La Destra) avverte: «Ci pensi bene la Polverini, rincorrendo i voti del Pd, prima di farci trovare tutti su un cumulo di macerie». Ma Luciano Ciocchetti (Udc), il cui partito nella provincia di Roma ha riscosso un ottimo risultato aumentando i sindaci da 2 a 8, replica: «Non è un fatto scandaloso, è un voto locale. Sarebbe un peccato escludere dall'opportunità di voto la metà degli elettori: bisogna recuperare la capacità di distinguere le persone e i programmi». Per i Radicali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, però, la proposta di Montino «è incomprensibile e sconcia per gli elettori che un anno fa hanno votato per la Bonino».
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