Passera: senza il nucleare un grande piano energetico

Svolta sui piani energetici italiani dopo il referendum sul nucleare: l'esordio di Corrado Passera a Bruxelles, da ministro dello Sviluppo e delle infrastrutture, è nel segno del cambiamento con il passato, anche con l'annuncio dell'intenzione del governo di recepire in anticipo la direttiva sul ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione, un atto che sbloccherebbe circa 60 miliardi di euro di pagamenti arretrati.
«È ovvio che dopo il referendum sul nucleare, in funzione dei risultati, dovremo rivedere il piano energetico nazionale», ha detto il neoministro dopo dodici ore di Consiglio Energia in cui ha affrontato con i suoi omologhi temi caldi come reti, infrastrutture, gasdotti. Tutte questioni che «possono creare efficienza», quindi abbattere i costi, e «fare crescita, quella che il governo italiano deve ottenere». E su tutti i temi energetici «l'Italia gioca un ruolo importante», basato sui principi che il premier Monti ha più volte espresso, ovvero pari attenzione a «rigore e austerità da una parte e dall'altra sviluppo e posti di lavoro».«Sfide difficili ma necessarie per costruire una nuova prospettiva di crescita per il Paese», le ha definite Passera.
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