«Pannella patrimonio comune»

Dalla Rassegna stampa

Prima la lettera del presidente della Repubblica che lo invita a interrompere lo sciopero delle fame e della sete; poi la visita di Gianni Letta quale segno di attenzione da parte del Governo; infine la sottoscrizione da parte di cento parlamentari dell'appello radicale ad affrontare la crisi della giustizia e l'emergenza carceraria. L'ultima battaglia di Marco Pannella - in sciopero della sete dalla mezzanotte di domenica 19 giugno e in sciopero della fame dal 20 aprile scorso - sembra aver incrinato quel «silenzio dell'informazione che impedisce un dibattito democratico» sul tema delle condizioni di vita negli istituti di pena denunciato dai Radicali.

Il prezzo pagato dallo storico leader nonviolento è, come in altre occasioni, pesante: il collegio medico che lo assiste ha espresso ieri forte preoccupazione per lo stato di salute di Pannella (che ha perso 30 chili) ed è tornato a chiedergli di riprendere la normale alimentazione. «Estremamente rischiosa» è inoltre per i sanitari l'intenzione di Pannella di lasciare la clinica in cui è ricoverato. Timori condivisi dal presidente della Repubblica che in una lunga lettera chiede a Pannella «in nome non solo dell'antica amicizia ma dell'interesse generale, di desistere da forme estreme di protesta di cui colgo il senso di urgenza, ma che possono oggi mettere gravemente a repentaglio la tua salute e integrità fisica». La missiva della massima carica istituzionale contiene anche un riconoscimento al ruolo storico di Pannella: «Alcuni temi che nei decenni passati hanno via via sensibilizzato e coinvolto la pubblica opinione del nostro Paese» scrive Napolitano - citando tra gli altri divorzio, regolamentazione dell'aborto, obiezione di coscienza, abolizione della pena di morte - «sono diventati patrimonio culturale comune di larga parte della società italiana». Per questo «credo che l'Italia ti debba il giusto riconoscimento per la determinazione con la quale hai intrapreso tante battaglie». Parole queste ultime nelle quali in molti credono di leggere l'intenzione di Napolitano di nominare Pannella senatore a vita.

Ieri in molti hanno visitato o chiamato il leader radicale: tra i primi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta. « È venuto nella clinica in cui mi trovo - ha raccontato Pannella - ed era latore anche di un messaggio di Silvio Berlusconi» impegnato a Bruxelles. Il presidente del Senato Renato Schifani ha invece dato la disponibilità a ospitare a Palazzo Madama le battaglie di Pannella affinché «possano essere illustrate e amplificate». Battaglia, fa sapere Anna Finocchiaro (Pd), che «è anche la nostra». Solidarietà dall'Idv che però sottolinea come «l'amnistia non possa essere una soluzione». Per Gaetano Quagliariello (Pdl) la battaglia radicale merita «attenzione e anche una risposta».

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