Pannella diventerà senatore a vita?

Deciderà il Quirinale, senza subire pressioni. Di certo ancora una volta Marco Pannella, protagonista di memorabili lotte per i diritti civili,ha messo a grave rischio la propria vita per una grande causa umanitaria: la disastrosa e non di rado inumana condizione delle carceri, dovuta al sovraffollamento di 25 mila reclusi, per cui il leader radicale chiede l'intervento dello Stato e invoca un'amnistia. È riuscito ad avere la meglio su quella che denunciava come «congiura del silenzio» di media e istituzioni, ma a che prezzo!
Non sono bastati 64 giorni di sciopero della fame, più quattro della sete, il ricovero in ospedale, l'allarmata diagnosi dei medici, la partecipazione al digiuno di 15 mila cittadini e 12 mila carcerati con i loro familiari.
A scuotere media e mondo politico è stata la lettera di Giorgio Napolitano con la quale assicura a Pannella il suo appoggio e lo invita, «in nome non solo dell'antica amicizia, ma dell'interesse generale, a desistere da forme estreme di protesta». C'è di più nella missiva partita dal Quirinale: «Credo che l'Italia debba il giusto riconoscimento della determinazione con la quale hai intrapreso tante battaglie sollecitando una piena affermazione e tutela delle libertà civili e dei diritti dei cittadini». È l'attestato più alto mai ricevuto da Pannella per la parte avuta nella storia della Repubblica con le lotte in favore del divorzio, dell'aborto, dell'obiezione di coscienza, del pluralismo nell'informazione, ma anche per la tutela dell'ambiente, contro la fame nel mondo e la pena di morte. «Tutto ciò», scrive Napolitano nella sua lettera, «è oggi patrimonio culturale comune di larga parte della società italiana».
Non si potrebbe dire, con una sintesi più semplice ed efficace, ciò che il leader radicale, superando anche dissensi e riserve, ha suscitato on un esemplare impegno ideale e politico; parole che tra molti anni starebbero bene come un'epigrafe sotto un busto! Per ora Pannella ha accettato l'esortazione del Capo dello Stato, umana e civile, e si è messo al lavoro.
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