E il no dei Radicali riapre la ferita nel Pd

Ancora una volta, come per il caso Milanese, il voto dei Radicali è risultato determinante per salvare Cosentino dal carcere. Se, infatti, i deputati di Pannella-Bonino avessero detto sì all'arresto, sarebbe passata la richiesta, 304 a 303. Ma la scelta dei deputati radicali, già annunciata ieri, è stata per il no. E nel Pd si è così riaperta la questione di un voto 'interno' espresso in modo opposto dal gruppo di appartenenza che Rosy Bindi non ha esitato a definire «scorretto». «È un'altra ferita, l'ennesima», si lagnava ieri il capogruppo del Pd, Dario Franceschini rimbrottato a distanza da un compagno di partito, Enrico Farinone: «Oggi stupirsi dell'atteggiamento dei Radicali non serve a nulla, occorreva pensarci prima!».
E mentre sul web si scatena la protesta, con la pagina facebook di Marco Pannella invasa da oltre 1500 commenti negativi («Spiegate ai Radicali, eccone uno a firma Ilaria Bellesi, che il fumus persecutionis non è una droga leggera»), Maurizio Turco, del drappello pannelliano alla Camera, ribadisce la motivazione della scelta. «I radicali non condividono il parere espresso dalla Giunta e hanno votato di conseguenza; i giudici devono giudicare il collega, ma nei limiti dei nostri doveri e delle leggi la richiesta è frutto di fumus persecutionis. Lo affermiamo in scienza e coscienza». Secca la replica a distanza di Alerssandro Maran (Pd): «Con questo voto, anche i radicali hanno dato fiato all'antipolitica».
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