Nessun dorma

1. Con 'sto caldo, un pizzico di demagogia "ci può stare" (come dicono i cronisti sportivi). Francesco Nitto Palma: "Non sono né il ministro dell'Economia, né il ministro dell'Interno. Non capisco perché sia tanto indispensabile che io rimanga qua, a Roma, durante l'estate" (Corriere della Sera, 6 Agosto). Vedi mai che sia proprio vero ciò che racconta in giro Donato Bruno, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera? Ovvero che al "povero Nitto Palma", per prenderlo in giro, hanno sussurrato fino all'ultimo secondo che Berlusconi intendeva nominarlo ministro per le Politiche europee: e che tale è stato lo shock che non si è più ripreso? Insomma, qualcuno glielo deve pur dire che è proprio titolare del dicastero della Giustizia.
2. "Una questione di prepotente urgenza sul piano e “costituzionale e civile". Intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Convegno, "Giustizia. In nome della Legge e del Popolo sovrano", promosso dai Radicali italiani (28-29 luglio 2011): "Quel che ci si vuole e ci si può proporre nel Convegno che si apre oggi non è una ricognizione o ricapitolazione esaustiva di infiniti confronti e scontri su tutti gli aspetti della questione giustizia. Si intende piuttosto mettere a fuoco il punto critico insostenibile cui è giunta la questione, sotto il profilo della giustizia ritardata e negata, o deviata da conflitti fatali tra politica e magistratura, e sotto il profilo dei principi costituzionali e dei diritti umani negati per le persone ristrette in carcere, private della libertà per fini o precetti di sicurezza e di giustizia. I più clamorosi fenomeni degenerativi che si sono prodotti - in primo luogo quello delle condizioni delle carceri e dei detenuti - e anche le cause di un vero e proprio imbarbarimento di quella già pesante e penosa realtà, e anche le indicazioni circa possibili vie d'uscita, hanno formato oggetto di interventi di alto livello come quelli degli oratori che mi hanno preceduto". Il capo dello stato evidenzia, poi, il "crescente ricorso alla custodia cautelare e l'abnorme estensione, in concreto, della carcerazione preventiva, Di qui una realtà che ci umilia in Europa e ci allarma, per la sofferenza quotidiana fino all'impulso a togliersi la vita - di migliaia di esseri umani chiusi in carceri che definire sovraffollate è quasi un eufemismo, per non parlare dell'estremo orrore dei residui ospedali psichiatrici giudiziari, inconcepibile in qualsiasi paese appena appena civile - strutture pseudo ospedaliere che solo recenti coraggiose iniziative bipartisan di una commissione parlamentare stanno finalmente mettendo in mora. Evidente in generale è l'abisso che separa, come si è detto, la realtà carceraria di oggi dal dettato costituzionale sulla funzione rieducatrice della pena e sui diritti e la dignità della persona. E' una realtà non giustificabile in nome della sicurezza, che ne viene più insidiata che garantita, e dalla quale non si può distogliere lo sguardo, arrendendosi all'obiettiva constatazione della complessità del problema e della lunghezza dei tempi necessari - specie in carenza di risorse finanziarie adeguate, come ha spiegato il presidente Giampaolino - per l'apprestamento di soluzioni strutturali e gestionali idonee. C'è un'emergenza assillante, dalle imprevedibili e al limite ingovernabili ricadute, che va affrontata senza trascurare i rimedi già prospettati e in parte messi in atto, come ha ricordato il, sottosegretario Caliendo, ma esaminando ancora con la massima attenzione ogni altro possibile intervento e non escludendo pregiudizialmente nessuna ipotesi che possa rendersi necessaria. Ho apprezzato il richiamo del presidente Lupo allo sforzo cui l'emergenza carceraria chiama anche i giudici, ma è fondamentalmente dalla politica che debbono venire le risposte. Sappiamo che la politica, quale si esprime nel confronto pubblico e nella vita istituzionale, appare debole e irrimediabilmente divisa, incapace di produrre scelte coraggiose, coerenti e condivise. Ma non sono proprio scelte di questa natura che ogni giorno di più si impongono, dinanzi alla gravità dei problemi e delle sfide che ci incalzano non solo nel campo cui si riferisce questo Convegno ma in altri non meno fondamentali? Non dovremmo tutti essere capaci di un simile scatto, di una simile svolta, non foss'altro per istinto di sopravvivenza nazionale? Ci si rifletta seriamente, e presto, da ogni parte".
3. Con 'sto caldo un ulteriore pizzico di demagogia non guasta. Vada, vada pure in Polinesia il ministro Nitto Palma, ché non può fargli che bene. E sia sereno. Ma porti con se il discorso del presidente e "ci rifletta seriamente e presto".
(Potenza della libera informazione. Appena, ieri pomeriggio, le agenzie hanno anticipato il contenuto di questo articolo, il ministro ha comunicato di aver disdetto la vacanza in Polinesia. Mi permetto di suggerire, in alternativa, un resort mica male, il "Nessun dorma" di Ladispoli.
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