Nella notte colloquio Berlusconi-Obama

Dalla Rassegna stampa

Nel cuore della notte Berlusconi sente il presidente Usa Obama, segno che l'iniziativa internazionale entra nel vivo. Il colloquio avviene al termine di una giornata in cui tutti i leader politici sono scesi in campo. «Io invierei i caschi blu dell'Onu per fermare il genocidio», fa sapere il ministro per il federalismo, Umberto Bossi. Ma le polemiche sulla condotta italiana non si placano: «Nei confronti di Gheddafi c'è stato un eccesso di accondiscendenza - ha detto ieri il presidente della Camera, Gianfranco Fini -. Siamo arrivati anche a forme abbastanza ridicole: il bacio che Berlusconi ha ostentatamente dato all'anello di Gheddafi». Aggiungendo tuttavia che, «dopo qualche titubanza iniziale, onestà vuole si dica che il governo si è allineato alla posizione dell'Ue, giustamente netta, perché è in corso un massacro». È sulla stessa linea il leader Udc Pier Ferdinando Casini, che aggiunge: «Gheddafi è un criminale, se resterà vivo dovrà andare al tribunale dell'Aja».

Per il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, «la situazione libica desta grandi preoccupazioni, innanzi- tutto sul lato umanitario» e «l'idea di una Libia che finisca come la Somalia è un simbolo negativo». Punta il dito invece Walter Veltroni, per il quale «in Libia è in corso una autentica carneficina» e «se si fa eccezione per le dichiarazioni di Obama e qualche leader europeo, per il resto è silenzio. Fino alle misere contorsioni del governo Berlusconi». Un punto che il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in serata contesta: «Nessun dubbio sulla condanna di quanto avviene, anche se va inquadrato nel contesto di una costa che si incendia».

La vicepresidente di Palazzo Madama, Emma Bonino, ha inviato un video a tutti i senatori «relativo alla drammatica situazione di queste ore in Libia», immagini che, «in particolare, testimoniano la presenza di molti mercenari assoldati dal regime», tra i quali anche «europei e italiani».

Anche per il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, «è in atto un drammatico genocidio che va fermato subito». E «non ci può essere nessun interesse economico che possa far perdere di vista la drammatica situazione». Ma secondo il sottosegretario Carlo Giovanardi, «se Gheddafi dovesse cavarsela e restare al potere, dopo un mese tutti i Paesi del mondo gli parlerebbero ancora».

 
Per il leader di Idv, Antonio Di Pietro, «è indispensabile bloccare la fornitura di armi alla Libia». Ultima annotazione: il Nuovo Polo, con Vernetti (Api), Della Vedova (Fli) e Adornato (Udc) ha presentato una mozione chiedendo al governo di sospendere il Trattato fra Italia e Libia.

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