Napolitano: fermare xenofobia e violenza

«Ripudio di ogni predicazione e manifestazione di violenza razzista e xenofoba»: è il «sentimento diffuso» di cui si è fatto interprete ieri il Capo dello Stato Giorgio Napolitano subito dopo la notizia dell'uccisione di due senegalesi (e il ferimento grave di altri tre connazionali) a opera dell'estremista di destra Gianluca Casseri avvenuta ieri a Firenze. Un episodio di violenza «appreso con profondo turbamento e dolore» dal Capo dello Stato per il quale «è sempre più urgente l'impegno di tutte le Autorità politiche e della società civile». Bisogna contrastare sul nascere, ha esortato il presidente della Repubblica, «ogni forma di intolleranza e riaffermare la tradizione di apertura e di solidarietà del nostro paese».
Quello dell'immigrazione e dell'integrazione è stato un tema al quale Napolitano ha dedicato molti interventi da presidente della Repubblica, auspicando più volte scelte più coese dal parte dell'Europa. Il più recente risale al 22 novembre, quando il Capo dello Stato disse che occorre dare, fin dalla nascita, la cittadinanza ai figli degli immigrati stranieri nati in Italia. Ancora prima (era il 21 giugno) in occasione della presentazione del «Rapporto Italiani nel mondo» promosso dalla Fondazione Migrantes e dalla Cei, aveva espresso l'auspicio «che la lezione del passato possa tradursi in un insegnamento per il presente, rafforzando quell'antica attitudine all'accoglienza, all'asilo e alla solidarietà che appartiene ai valori autentici del nostro popolo».
© 2011 Il Sole 24 Ore. Tutti i diritti riservati
SU