A Napoli il Gip copia e incolla

Era una operazione importante quella compiuta dai Pm napoletani con l'ausilio di varie unità di polizia. Nove arresti per associazione mafiosa e altri reati, soprattutto collegati alla gestione dei grandi mercati ortofrutticoli fra Roma e Napoli. Nomi grossi fra gli arrestati, soprattutto uno degli Schiavone e più ancora Gaetano Riina, fratello del "capo dei capi". Le indagini preliminari agli arresti avevano coinvolto anche il centro operativo della Dia di Roma. Insomma una indagine un po' più complessa di un furto d'auto e dunque da frullare con particolare attenzione. Benissimo. Ieri il Tribunale del Riesame ha annullato l'arresto di Gaetano Riina. Il Gip che lo aveva disposto aveva semplicemente copiato la richiesta del Pm senza prendersi di briga di fornire una sua autonoma valutazione sull'indagine. Un "copia-incolla" talmente smaccato da indurre il giudice del Riesame ad annullare il provvedimento. Si impongono due considerazioni, anzi tre. Per la verità prassi del genere sono state a lungo moneta corrente, specie all'epoca di "tangentopoli" ma non solo. Oggi non va più così. Meglio. Gaetano Riina resta comunque in carcere perché detenuto sulla base di un procedimento incardinato a Palermo, dove evidentemente i Gip lavorano con più accuratezza. Vorrà il Csm occuparsi di come funzionano a Napoli? Infine, mentre scriviamo la notizia è rimbalzata dal “Giornale di Sicilia” - su tutti i siti. Manca un solo particolare: il nome del Gip. Raro esempio di riservatezza.
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