Per Monti tutta Europa va contro Berlusconi

Nel giorno in cui Pier Luigi Bersani gli sconsiglia di candidarsi («per essere utile al paese meglio resti fuori dalla contesa»), Mario Monti fa sapere di non averci ancora pensato, anche perché ieri la priorità era quella di spegnere la fiammata degli spread (arrivati a quota 360), sintomo della sfiducia dei mercati in un’Italia senza il Professore. Da Oslo, dove si trovava per la consegna del Nobel all’Europa, il premier non ha risparmiato allusioni alla politica italiana, alle «mistificazioni e promesse irrealizzabili» che riempiranno la campagna elettorale, da qui al 17 o al 24 febbraio, date possibili del voto.
Intanto il pressing su di lui continua. E mentre al consiglio dei ministri di questo pomeriggio potrebbe aprirsi la discussione politica sulle sue dimissioni, stasera da Reggio Emilia Luca di Montezemolo (che non si candiderà) parlera' della lista Monti. "Ma fino alla
approvazione della legge di stabilita' non gli chiederemo di scendere in campo" fanno sapere dallo staff di Italia futura. Il premier viene visto come l’unico possibile federatore di quel rassemblement centrista che fatica a decollare, nonostante lo spazio politico che si è aperto con la rottura tra il Professore e il Cavaliere. Come dare vita a una lista Monti senza Monti? I sondaggi parlano di un elettorato potenziale tra il 10 (Swg) e il 20 per cento (Ispo) ma senza un impegno esplicito del premier anche lo sbarramento dell’8 per cento al senato non è garantito. Il Professore ha parlato di un possibile appeal elettorale di una lista Monti con il politologo Roberto D'Alimonte giovedì' (non domenica), cioè' prima del discorso di Alfano alla camera ma dopo la decisione di Berlusconi di candidarsi su una linea anti-montiana.
Tramontato lo schema del governissimo a lungo ipotizzato da Casini, con la lista di Giannino che correrà per conto suo, il quadro terzista si è semplificato. È data ormai per scontata l’alleanza con il Pd tanto che in Italia futura c’è chi ipotizza un accordo pre-elettorale tra Bersani e Monti, per esempio con il primo a palazzo Chigi e il secondo al Quirinale. Scenario che potrebbe accontentare tutti. «L’agenda Monti resta anche senza Monti» è il ragionamento di Linda Lanzillotta che ha invitato il premier all’appuntamento di “Ri-montiamo” del 20 dicembre. Al tavolo della Lista per l’Italia i nodi aperti tra Lorenzo Cesa (Udc) e Carlo Calenda (Italia futura) non si sciolgono. Oggi Andrea Olivero (Acli) chiederà che si fissino criteri per le candidature, per esempio sul numero dei mandati.
© 2012 Europa. Tutti i diritti riservati
SU