Milleproroghe, sigarette più care il governo chiede il voto di fiducia

Niente sanatoria per le affissioni abusive dei partiti. Dopo una decina di anni la Camera interrompe una consolidata e non particolarmente edificante tradizione cancellando il condono delle multe, che anche quest'anno era stato originariamente proposto a larga maggioranza per iniziativa dei tesorieri delle varie forze politiche. È questa una delle due novità più importanti uscite dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, che per la seconda volta ha esaminato il decreto cosiddetto Milleproroghe; l'altra modifica di rilievo riguarda la riforma delle pensioni entrata in vigore nel gennaio di quest'anno che viene ritoccata in due punti, a favore dei lavoratori «esodati» e di quelli «precoci», in quest'ultimo caso con copertura finanziaria derivante da un piccolo aumento delle sigarette.
Ora sul provvedimento, che come di consueto era stato approvato dal governo alla fine dello scorso anno, sarà votata la fiducia, la prima dell'esecutivo guidato da Mario Monti. Dunque non sembra esserci spazio per ulteriori correzioni e anche il Senato si dovrebbe limitare a confermare il testo così come è stato messo a punto in commissione a Montecitorio.
Il cambio di marcia sul tema dei manifesti abusivi è in qualche modo una sorpresa visto che inizialmente solo radicali e Idv si erano detti contrari alla sanatoria, con la quale le irregolarità di un anno sarebbero state sanate da ciascun partito attraverso l'esborso di appena mille euro a provincia, a fronte di decine di milioni di multe dovute. Ieri però a modifica approvata, vari rappresentanti delle altre forze politiche si sono rallegrati della novità.
Quanto alle pensioni, gli aggiustamenti rispetto alla riforma Fornero sono due. Il primo riguarda coloro che sono stati coinvolti in «esodi» aziendali, uscite concordate da grandi aziende, che al pari dei lavoratori in mobilità rischiano con le nuove regole di restare anche per un bel po' senza stipendio e senza pensione. A coloro che si trovano in questa situazione e che entro i131 dicembre del 2011 hanno risolto il rapporto di lavoro in modo certo ed oggettivo, in base ad accordi individuali o collettivi, si applicheranno le regole di uscita precedenti alla riforma, a condizione che con queste regole la decorrenza della pensione risulti entro i due anni dalla data di entrata in vigore del decreto che con- tiene la riforma stessa. Sarà l'Inps a stabilire quanti di questi lavoratori e quanti di quelli in mobilità possano rientrare nel regime di favore, con le risorse finanziarie disponibili.
La seconda correzione tocca invece le persone che hanno iniziato a lavorare in giovane età e con le norme appena entrate in vigore si vedono applicare una penalizzazione minima dell'1 per cento sulla pensione, nel caso in cui ottengano il diritto all'uscita con il solo canale contributivo (almeno 41 anni e 1 mese per le donne, 42 e 1 mese per gli uomini). Ora si stabilisce che la penalizzazione non si applicherà nel caso in cui questo requisito contributivo sia stato conseguito con contributi da lavoro oppure figurativi per maternità, malattia, obblighi di leva o cassa integrazione ordinaria. Se invece nel computo dei contributi rientrano anche altre voci, ad esempio il riscatto della laurea o la Cig straordinaria, allora continuerà a scattare la penalizzazione. Questa agevolazione vale comunque solo fino al 31 dicembre 2017.
La precedente formulazione dei ritocchi, fatta sempre in commissione, era più generosa. La copertura trovata con l'aumento delle sigarette (affidato nei dettagli ai Monopoli) sostituisce quella precedente, sgradita al Pdl ed al ministro Fornero, che prevedeva un ulteriore incremento dell'aliquota contributiva dei lavoratori autonomi.
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