“Per Maroni 900 firme irregolari” Ambrosoli spera nella vittoria

Dalla Rassegna stampa

La maledizione delle firme, pesante come un macigno sulla corsa alla Regione Lombardia, investe anche Roberto Maroni nell’immediata vigilia del voto. Gemella dell’inchiesta a Cremona sulla regolarità delle sottoscrizioni per la lista centrista di Gabriele Albertini, arriva da Monza l’apertura di un fascicolo per falso a carico di Giuliano Beretta, consigliere provinciale leghista a Monza, già interrogato dal pubblico ministero Franca Macchia. Era lui il grande collettore e delle firme per la lista “Maroni presidente”, 973 su un totale di 1208, raccolte nel giro di una settimana e in 14 comuni diversi. Troppe e in troppo poco tempo, secondo gli investigatori, e troppo diverse tra loro le grafie delle autentiche per pensare a una sola mano. L’inchiesta parte da una richiesta di accesso agli atti presentata il 26 gennaio scorso dai radicali di Amnistia, Giustizia e Libertà all’ufficio circoscrizionale del tribunale brianzolo: «L’avevamo presentata anche a Milano — racconta Marco Cappato — ma a differenza di tre anni fa quando scoprimmo la truffa di Formigoni, lì ci era stato negato». Spulciando tra le firme, i radicali si insospettiscono sulle fatiche del consigliere Beretta. Che il 16 gennaio raccoglie da solo 140 firme nella sua Lissone, due giorni dopo gira e ne autentica 204 tra Monza (95), Verano (16), Veduggio (6) e altri sette comuni brianzoli, e ancora il 20 gennaio fa il pienone tra Lissone (216), Monza (21), Villasanta (21) e Desio (33), per chiudere il tour con 21 firme ad Aicurzio il 23 gennaio. Tutto genuino? Beretta giura: «Non c’è stata alcuna irregolarità, tutte queste firme sono state raccolte, verificate e autenticate da me». E la Lega, da Matteo Salvini («Mettono tristezza gli insulti, le calunnie e il fango di queste settimane») ad Andrea Gibelli («Nessuna speculazione»), fa quadrato. Albertini attacca su Twitter («Maroni blaterava di moralità: vergogna»), Silvia Enrico di Ffid rilancia: «Adesso chi si dimette?». Fango e veleni, indagini parallele al voto nella regione più decisiva d’Italia, 7 milioni e 700mila elettori, Senato in bilico con le incognite del voto disgiunto e grillino, Pirellone da assegnare dopo 18 anni di governo Formigoni. Cinque i candidati, in ordine di apparizione sulla scheda: Silvana Carcano (M5S), Umberto Ambrosoli (centrosinistra), Roberto Maroni (centrosinistra), Gabriele Albertini (centro) e Carlo Maria Pinardi (Ffid). Lo spoglio da martedì alle 14.

 

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