Manager Asl, il catalogo è questo

Dalla Rassegna stampa

La giunta ha deciso i 16 nomi: il “milanese” Soro per la To1, il “romano” Alberti alla To2, Falco al Mauriziano Solo quattro in confermati ma cambiano azienda: Tre le donne, molti direttori arrivano da fuori regione

SOLO quattro gli uscenti, tre le donne. Nessuno riconfermato nello stesso posto, secondo il principio di rotazione imposto dall’assessore alla sanità Antonio Saitta. La giunta Chiamparino ha approvato con puntualità svizzera la lista dei 16 neo direttori generali della sanità, chiamati a prendere servizio il primo di maggio. Per le due aziende torinesi è prevalsa la linea di nominare direttori che arrivano da fuori regione. Alla To1, a mettere ordine nel caos arriva Giovanni Soro, l’ex-direttore del Pio Alberto Trivulzio che aveva incassato la sfiducia del cda. Bocconiano, 45 anni, sardo, Soro è entrato nella top list dei più graditi alla commissione esaminatrice. Dei problemi dell’Asl To2 si occuperà Valerio Fabio Alberti, forse il curriculum più importante in elenco. Successore di due piemontesi: Giovanni Monchiero, come presidente della Fiaso, la federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere e del direttore regionale Fulvio Moirano come commissario dello Spallanzani di Roma.Si temeva che volesse restarsene nel Lazio. Invece ha accettato.

Al Mauriziano arriva Silvio Falco, direttore sanitario della Città della Salute, mentre al San Luigi di Orbassano è nominato Stefano Manfredi, ex-amministrativo ad Alessandria. La sua è l’unica nomina concordata con l’Università visto che si tratta di azienda mista. . Ancora in provincia di Torino, alla To3 (Rivoli-Val di Susa), chiamato a gestire le proteste della Valle della Tav arriva Flavio Boraso, l’unico nome rimasto nella lista di chi faceva riferimento alla destra. Le lodi per lui sono state bipartisan. Per la To4, finora diretta proprio da Boraso, arriva dalla Val d’Aosta l’avvocato Lorenzo Ardissone. Con un esperienza anche nella Clinica eporediese di Ivrea. Molti i commenti positivi per la nomina di Massimo Uberti, uscente direttore sanitario dii Asti. Andrà alla To5 (Moncalieri, Chieri, Carmagnola) finora diretta dal presidente di Federsanità Maurizio Dore. Trasloca all’ospedale di Alessandria Giovanna Baraldi, ex-responsabile dell’Agenzia nazionale della salute per i rapporti con le Regioni. Da principio nella lista degli “assai probabili”. Il marchigiano Gilberto Gentili, direttore a Senigallia, va all’azienda di Alessandria, mentre da Caltanissetta arriva Ida Grossi, ritenuta uno dei migliori profili in corsa. Gianni Bonelli, un altro bocconiano, ha guidato l’Asl di Cuneo ed era stato preso in considerazione per la To2. Sarà invece all’Asl di Biella. Adriano Giacoletto, uno dei quattro riconfermati, era direttore nel Verbano. Andrà a Novara. Giovanni Caruso è una vecchia conoscenza della sanità piemontese, direttore alla To5 con Mercedes Bresso. Torna in scena come direttore generale dell’Asl del Vco. All’azienda sanitaria di Cuneo va Francesco Magni, attuale direttore dell’ospedale di Lodi, Corrado Bedogni vive a Savigliano, è direttore a Genova. Sarà uno dei pochi privilegiati a restare a casa. Va a dirigere il Santa Croce di Cuneo. Chiara Serpieri, ex-dg amministtativo al Mauriziano è cooptata per l’Asl di Vercelli.

Le verifiche saranno annuali, ha ricordato Antonio Saitta: chi non raggiunge gli obiettivi fissati va a casa. E se le aziende saranno accorpate le nomine decadranno. Il prossimo passo, aggiunge «sarà il rinnovamento dell’assessorato».

Assai contenute le critiche. Il capogruppo del Pd Davide Gariglio loda il metodo della scelta per competenza, il vicepresidente regionale Nino Boeti invita ad usare lo stesso criterio per i direttori sanitari e amministrativi. I 5 stelle dicono che solo gli atti aziendali potranno dire se le scelte sono state buone e Giulio Manfredi dei radicali dice. che solo un quarto è vero rinnovamento: «Il resto è gioco dell’oca».

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