Ma resta l’incognita dei partiti

Dalla Rassegna stampa

La presenza di Monti accanto al ministro Severino al Senato, al momento di porre la questione di fiducia sul maxi-emendamento, poi approvato, che apre la strada all’approvazione della legge anticorruzione, lascia capire quale importanza il governo dia a questo passaggio. La soluzione trovata, dopo un faticoso iter durato mesi, è stata quella di un alleggerimento generale del testo, dal quale sono usciti tutti gli emendamenti più controversi, a cominciare da quelli che dovevano servire a neutralizzare il processo contro Berlusconi per il «bunga-bunga» e il «caso Ruby». D’altra parte, dopo gli sviluppi degli scandali alle regioni Lazio e Lombardia, era obiettivamente difficile per il centrodestra insistere sulla linea della resistenza: ma è ancora presto per dire se, dopo l’approvazione al Senato, la legge potrà marciare speditamente anche alla Camera, dove il testo dovrà comunque tornare per il varo definitivo.

 

Il ministro Severino non ha fatto mistero dell’urgenza di arrivarci, dopo tanti mesi di discussioni in Parlamento, e mentre in Europa l’immagine dell’Italia risente delle cronache milanesi e romane delle ultime settimane.

 

Il governo osserva soddisfatto l’evoluzione della stretta economica che ha visto ieri lo spread scendere ai livelli di aprile e l’asta dei titoli pubblici rapidamente esaurita. Ma non si nasconde le difficoltà che la campagna elettorale ormai incombente scarica quotidianamente sulla sua attività.

 

L’ultimo esempio sono le reazioni alle misure introdotte dalla legge di stabilità, che hanno provocato una levata di scudi quasi simultanea di centrodestra e centrosinistra. Ancora ieri, malgrado le modifiche annunciate dal ministro dell’Economia che cercavano di venire incontro alle riserve dei partiti, Bersani ha insistito sulla necessità di rimettere in discussione l’impianto della legge deciso dall’ultimo Consiglio dei ministri. Nessuno pensa di fermare il governo, soprattutto sul terreno delicato dei provvedimenti anticrisi che stanno al centro della sua ragion d’essere. Ma la prospettiva che nelle prossime settimane le trattative con i partiti diventino più faticose, per via delle esigenze elettorali, comincia a farsi concreta e a preoccupare Monti. La sensazione è che la confusione politica, che si trascina da tempo, sia destinata a durare almeno fino a quando non si capiranno le sorti della nuova legge elettorale, in via d’approvazione al Senato, ma attesa alla Camera da un fronte trasversale dei lunghi coltelli.

 

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