“Ma quale bocciatura, vedrete che si tornerà a votare in primavera”

Dalla Rassegna stampa

L’affondo Per Bresso i giudici hanno riconosciuto equivalenti accertamento penale e quello civile

«Io bocciata? Ma avete letto le motivazioni della sentenza? Allora fatelo: tutto torna in mano al Tar ma il Consiglio di Stato ci dà un’arma in più che ci permette ragionevolmente di sperare di arrivare alla verità prima della fine della legislatura. La nostra opinione e speranza è che si possa tornare a votare per le regionali in concomitanza con le politiche del 2013». Il termine resa non rientra nel vocabolario dell’ex presidente della Regione, Mercedes Bresso. Dal suo punto di vista poco importa che il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di annullamento delle elezioni regionali del 2010. Cota resta in carica ma la Bresso annuncia una nuova offensiva legale: «A settembre chiederemo al Tar del Piemonte, così come stabilito dal Consiglio di Stato, di pronunciarsi nel merito del nostro ricorso».

L’arma in più, secondo Bresso è il fatto che «i giudici amministrativi di secondo grado hanno riconosciuto in modo inequivocabile l’equivalenza tra l’accertamento civile e quello penale del documento di falso». Che cosa cambia? L’ex presidente della Regione la spiega così: «Il Consiglio di Stato ha già detto quello che pensa. Nel merito la questione è evidente: le elezioni sono nulle perché viziate da una lista determinante per il risultato, che è stata dichiarata nulla. La sentenza penale infatti ha chiaramente dimostrato che la lista guidata da Michele Giovine è stata falsificata».

Nel corso della conferenza stampa Bresso ringrazia i radicali e l’associazione Benvenuti in Italia che l’hanno sostenuta attivamente in questa battaglia. Parole che suonano quasi un rimprovero al suo partito., il Pd. In una nota congiunta il segretario regionale Gianfranco Morgando e il capogruppo Aldo Reschigna sottolineano come la sentenza ha «fornito un’interpretazione giuridica in grado di far superare lo stallo in cui si era giunti». Detto questo i vertici del Pd non sposano l’ottimismo della Bresso sui tempi di questi ricorsi - «le prossime tappe giudiziarie non sembrano essere in grado di garantire una sentenza definitiva nei prossimi mesi» - e sottolineano come la sentenza aggiunga un «elemento di forte instabilità per la giunta Cota, che potrebbe protrarsi per tutto il 2013». Il Pd, insomma, resta alla finestra e forse non è un caso che la Bresso, rispondeva così ai giornalisti che gli chiedono di una possibile ricandidatura: «Non so se ne avrò voglia. Il tempo passa e si fanno cose se non più divertenti anche più interessanti».

 

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