L'Ue: errori giudiziari, Italia fuorilegge

Dalla Rassegna stampa

La Commissione europea oggi invierà una lettera di messa in mora all’Italia per i limiti eccessivi alla responsabilità civile dei magistrati nell’applicazione del diritto europeo. «E’ il primo passo di una procedura d’infrazione che potrebbe portare ad una multa, se il governo italiano non risponderà entro due mesi», spiega una fonte dell’esecutivo comunitario. L’Italia era già stata condannata nel novembre del 2011 dalla Corte europea di Giustizia, perché la legislazione nazionale limita in modo ingiustificato la responsabilità civile dei magistrati, ostacolando le azioni di risarcimento dei singoli in caso di violazione del diritto UE. Secondo la Corte di Lussemburgo e la Commissione, circoscrivere la responsabilità dei giudici - e in ultima istanza dello Stato - ai soli casi di «dolo» e «colpa grave», escludendo invece gli errori di interpretazione e valutazione delle normative europee, è incompatibile con il diritto comunitario. Bruxelles spinge affinché la normativa italiana sia modificata rapidamente.

 

REFERENDUM RADICALI

Arrivata mentre i Radicali stanno chiudendo la raccolta firme sui referendum sulla giustizia e nel pieno dello scontro sulla condanna di Silvio Berlusconi, la procedura di infrazione ravviva le tensioni interne alla maggioranza e tra magistratura e politica. Secondo Michele Vietti, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, non c’è alcun «obbligo per l’Italia di introdurre la responsabilità diretta e personale del singolo giudice». Anzi, «nei confronti del cittadino l’unico responsabile è lo Stato». Ma per Maurizio Gasparri del Pdl, l’Ue conferma che «le barriere di protezione attorno alla casta dei magistrati sono talmente alte da lasciarli quasi immuni dalle conseguenze dei loro errori». «C’è un giudice a Bruxelles, in attesa che si muova quello di Strasburgo contro l’assurda retroattività che si vuole applicare al senatore Berlusconi», ha reagito il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta. Secondo la presidente della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti del Pd, l’Ue non chiede «una modifica della nostra legislazione interna». Ma il Pd è spaccato: per Sandro Gozi, con l’80% della legislazione nazionale che trova origine a Bruxelles, «è impensabile fare finta che non sia successo nulla o che vada solo reinterpretata la normativa italiana».

 

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