Lombardia: Lega; tuteliamo le funzioni del Garante… accorpandole al Difensore civico

Dalla Rassegna stampa

“La revisione della figura dei garanti, accorpando le funzioni nell’ufficio del Difensore civico, è un atto che si basa si di un principio politico condiviso da tutta la maggioranza. Si tratta di un testo di legge modificato profondamente con gli emendamenti, che ha alle sue spalle una discussione molto approfondita. Una legge che non si basa solo su un calcolo economico, nel senso di un risparmio che in ogni caso c’è visto che si parla di tre garanti con i relativi uffici e stipendi, ma che vuole sostenere la funzione di tutela dei diritti dei detenuti, dei minori e degli animali esotici, dando gli strumenti a chi realmente può essere utile come il Difensore civico”. Lo ha detto oggi il Presidente del Gruppo regionale della Lega Nord Mario Carossa intervenendo nella discussione della legge sui garanti dei diritti dei detenuti e dei minori.
“In Lombardia ci sono nove istituti di pena e circa 9.000 mila detenuti - ha ricordato Carossa - e il Difensore civico svolge la funzione di garante dei detenuti con un ufficio composto da 23 funzionari. Anche nella nostra regione il Difensore civico, con adeguato rinforzo di struttura, potrebbe sicuramente svolgere egregiamente tale compito, come peraltro ha già fatto nell’anno passato e descritto nella relazione presentata qualche mese fa. Raggruppare le funzioni è un principio sano, lo ha ribadito anche il Coordinamento dei Difensori civici italiani che in un relazione ha sottolineato come sia “necessario evitare l’eccessiva proliferazione di queste figure di tutela che potrebbe intralciare il sistema di protezioni dei diritti dell’uomo”.
“E non si venga a dire che la nascita del garante - ha aggiunto Carossa - possa influire sul problema della sovrappopolazione carceraria. Perché in questo caso una soluzione ci sarebbe. Lo ha detto molto bene il Procuratore aggiunto antimafia presso il Tribunale di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, che parlando di mafie al Salone del Libro di Torino ha ribadito la necessità: “di una riforma a livello europeo o di una direttiva europea che permetta di far scontare le pene ai detenuti di area comunitaria nel loro paese di origine”. Far scontare nel paese d’origine la pena, creerebbe un immediata soluzione del problema. Pensiamo che In Italia ci sono 65.917 detenuti a fronte di una capienza di 47.045 posti. Di questi sono 23.438 gli stranieri dei quali circa il 20% sono comunitari. Se non avessimo detenuti stranieri e ognuno scontasse la pena al suo Paese avremmo 42.479 detenuti e avremmo carceri non sovraffollate, addirittura con 4.569 posti ancora a disposizione.
Dunque una razionalizzazione con l’accorpamento sotto all’ufficio del Difensore civico di tali funzioni è la soluzione ottimale a tutela i diritti delle persone”.

 

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