L'industria vero motore per l'Europa

Dalla Rassegna stampa

Stiamo di nuovo vivendo giorni difficili con le preoccupazioni europee centrate sull'Italia dopo il grave strappo del partito di Berlusconi e le conseguenti dimissioni del governo Monti al quale va un sentito ringraziamento per aver rappresentato l'Italia migliore in un anno tanto difficile.

Sappiamo che molte riforme (buone e meno buone) si fermeranno mentre su quello che accadrà nei mercati fino all'insediamento di un nuovo governo ci sono varie opinioni.
C'è chi ritiene che una risalita dei tassi di interesse sui nostri titoli di Stato potrebbe vanificare, dato il livello del nostro debito pubblico, i pesanti sacrifici che gli italiani hanno affrontato con quella compostezza responsabile che ha avuto nel presidente Napolitano un riferimento istituzionale esemplare che dà grande sicurezza anche per gli imminenti difficili passaggi. C'è chi ritiene invece che la riconquistata solidità di finanza pubblica del nostro Paese sia ormai evidente. Abbiamo infatti un deficit netto al 2,6% (con una previsione di calo fino all'1,4% nel 2015) e un deficit netto strutturale che nel 2013 dovrebbe avvicinare il pareggio del bilancio richiestoci dall'Europa e accettato dal governo Berlusconi (e confermato dal governo Monti).

Rimane aperto il problema se la scelta europea del rigore di bilancio in una grave recessione sia quella corretta. Noi riteniamo che non lo sia e che, con serietà europeista, il tema dovrebbe entrare nel dibattito elettorale italiano dove scarseggiano i programmi economici. Ciò non significa sottovalutare la protezione che il rigore fiscale ci ha dato negli ultimi 12 mesi contribuendo a ridurre il tasso di interesse sui nostri titoli decennali dal 6,65% (del 13-12-2011) al 4,63% (del 13-12-2012) e lo spread sui titoli tedeschi da 463 a 328 punti base. Calo ancor più marcato se si considera che i tassi tedeschi erano un anno fa al 2,02% e adesso sono all'1,35%.
È un marcato miglioramento che aumenta riferendosi ai tassi di massimo e di minimo e si attenua su medie dei tassi. Infatti con il governo Monti i tassi di interesse, dopo una prima discesa, sono risaliti per poi ribassare di nuovo da agosto dopo l'annuncio di Draghi che la Bce avrebbe azionato strumenti (detti anti-spread o scudo) istituzionalizzati con le Omt.

Il risultato più importante è che il tasso medio lordo effettivo dei nostri titoli di Stato sul mercato secondario è sceso dal 5,4% di giugno al 3,9% di novembre e quello medio ponderato sulle emissioni è sceso dal 4,3% al 2,3%.
Inoltre sui titoli di debito pubblico detenuti all'estero, dopo una riduzione di 10 punti da giugno 2011 ad aprile 2012, sono ricominciati gli acquisti portando la quota estero posseduta al 40,5% del totale.

 

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