Libri

Dalla Rassegna stampa

Sorvegliati speciali
Longanesi, 282 pp., 18 euro

Pubblicare i rapporti di polizia sugli intellettuali sotto sorveglianza come risultano dai faldoni desecretati custoditi negli Archivi di stato, normalmente, dovrebbe essere un'operazione in cui la brutta figura ci si aspetta che la facciano i questurini. Se non altro, per la distanza spesso abissale tra la loro modesta cultura, e il contenuto filosoficamente elevato delle conversazioni riportate. Ma l'Italia tra 1945 e 1980 non era un paese normale: nel senso che gran parte di questi intellettuali soffriva di un'insana attrazione per l'Unione sovietica, perfino nella fase culturalmente filistea dello zdanovismo; e che comunque anche il primo grande movimento di emancipazione dal filosovietismo finì per coincidere con un'attrazione altrettanto insana per la Rivoluzione nominalmente culturale e in realtà brutalmente anti intellettuale della Cina maoista. Per cui alla fine, e malgrado spesso trapeli comunque la realtà di una censura brutalmente ottusa, il lettore di oggi le grasse risate finisce per farsele soprattutto non sui sorveglianti ma sui sorvegliati. Ed ecco qui, dunque, sezioni e iscritti recalcitranti forzati ad abbonarsi e/o rivendere riviste evidentemente illeggibili. Gli ascoltatori che fanno gli aeroplanini di carta durante il dibattito sulla "Storia della Resistenza" di Roberto Battaglia. Il Pci che induce gli "elementi espulsi per scorrettezze dal partito" a iscriversi al Partito radicale.

L'operaio Buzzacchione presentato come "Stakanov italiano". Non mancano gli appelli di intellettuali per sostituire all'inglese il russo nelle scuole, né i convegni sull'eccellenza del modello scolastico bulgaro, né le mostre d'arte che sembrano uscite direttamente dai primissimi film di Nanni Moretti. E c'è pure il giovanissimo Massimo D'Alema fermato mentre appende manifesti antiamericani sul Vietnam. E i cori di bambini che cantano lodi a Mao, Lin Piao e al leader maoista italiano Aldo Brandirali. E Marco Bellocchio che fa film contro la famiglia, facendoseli finanziare dai familiari. E Giangiacomo Feltrinelli che invita a mangiare con i redattori della Sinistra facendo balenare loro un finanziamento, loro propongono una pizza, lui insiste per andare in un ristorante di lusso e poi dice "facciamo alla romana", costringendoli a spendere metà dei loro stipendi mensili.

E il figlio di Macaluso che va a tagliare la canna da zucchero a Cuba. E Dario Fo che rappresenta l'anticlericale "Mistero Buffo" in strutture parrocchiali. E Potere Operaio che dirama ai militanti disposizioni di infiltrarsi "alle elementari". E poi, un farmacista maoista che tra confezioni di aspirina e sciroppi si fa spedire, mimetizzato, il materiale propagandistico dell'Associazione Italia-Albania. Ma i registi filosovietici si imbestialiscono quando gli esponenti sovietici negli incontri dell'Associazione Italia-Urss sminuiscono i film neo realisti, dicendo loro di prendere invece esempio dai documentari dell'est. Su tutto, un memorabile scambio di battute tra Pah miro Togliatti e il musicologo Massimo Mila. "Chi ha detto che dei problemi artistici debbano occuparsi solo i competenti?". "Chi vi ha detto che se ne debbono occupare gli incompetenti?". Docente di Letteratura e giornalismo alla Sapienza e già autrice di studi su Giaime Pintor, sulla "guerra tra le due sinistre" e sugli scrittori, i poeti, i pittori, gli storici, i filosofi, i giornalisti che nella loro prima vita furono fascisti e passarono invece il resto della seconda a cancellare le tracce della vita precedente, Mirella Serri dà a volte l'impressione di calcare un po' troppo la mano. Ma le cose che racconta sono tutte vere, e rigorosamente documentate.
 

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