Il via libera dell’Udc piace alla Concia: laboratorio gay power?

Dalla Rassegna stampa

Non è outing. È l’outing di un dibattito, che lo stesso Rosario Crocetta inaugura preventivamente: «C’è un esercito di checche non dichiarate che mi odia perché un gay dichiarato come me si candida alla presidenza della regione e potrebbe anche rischiare di vincere». Tutto nasce dalle polemiche sul sostegno arrivato dall’Udc. Com’è successo che un partito che non si è mai distinto per affinità con la cultura omosessuale finisca per appoggiare un politico dichiarato?
È la portata del personaggio, a oscurare la questione, privatissima, i tempi che cambiano nell’Udc, o la necessità elettorale che si approssima e ritrova in Sicilia l’ennesimo laboratorio? Europa lo ha chiesto a tre dem noti per l’impegno sui diritti degli omosessuali. E tutti in coro fanno notare che nel Ppe – dopo le aperture della Merkel (sì alla parità nei benefit fiscali) – Pier Ferdinando Casini sul tema è ormai il più arroccato. Esulta la deputata Paola Concia: «Ho pensato: “gay power” – dice – ma soprattutto ho una grandissima stima di Rosario. Il bello è che Vendola, giustamente, ha scelto di appoggiare un altro, e finalmente riusciamo a contrapporci. Non siamo omosessuali di professione, non dobbiamo andare per forza d’accordo». E l’Udc? «Potrebbe anche essere una svolta. Ma Casini deve ancora farsi perdonare per aver bocciato la legge sull’omofobia».
Più ottimista il vicepresidente Pd Ivan Scalfarotto: «L’appoggio a Crocetta non è una voce nel deserto. Le aperture, timide, di Casini ci sono state, e anche da parte di Enzo Carra a La Zanzara, che in pratica parla di stessi diritti delle coppie gay». Alla fine della fiera, però, necessità politica fa virtù: «Come partito di maggioranza relativa, l’esigenza di legiferare a favore delle coppie gay c’è, e Bersani l’ha ribadito da poco su Twitter: “questa cosa si fa”. Se l’Udc vorrà governare con noi non può mica pensare che cambiamo posizione su questo».
A metà strada fra i due Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, che vede nella scelta dell’Udc un compromesso fra caso e necessità: «Secondo me entrambe le cose. Crocetta, con il suo serio ruolo antimafia, è il volto pulito di una Sicilia che può riscattarsi, mentre un’altra personalità vera in Sicilia non sta emergendo. L’apertura però è evidente in questo senso: è la prima volta che gli eredi Dc appoggiano un candidato dichiaratamente omosessuale».
Il problema del confronto, tuttavia, «non può rimanere congelato come la nostra politica tenta sempre di fare, in attesa di governare insieme. Perché prima o poi salta fuori, esplode, e poi si entra in crisi».

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