L'Europa va avanti sì alle unioni gay

Dalla Rassegna stampa

Dalla prossima estate i cittadini omosessuali danesi potranno sposarsi in Chiesa. Civilmente lo possono fare dal 1989, quando a Berlino cadeva il muro. Ventitré anni fa.

In Italia parlare di unioni tra persone dello stesso sesso innesca scontri da campagna elettorale anche nel 2012, come quello di pochi giorni fa acceso dal segretario del Pdl Angelino Alfano "con la sinistra matrimoni gay" e deflagrato tra le due parlamentari democratiche Rosy Bindi e Paola Concia. Non poteva che avere un impatto devastante quindi la scelta dell'Europa di ieri di bocciare un emendamento contro i matrimoni omosessuali. I governi europei, secondo Strasburgo, non devono dare "definizioni restrittive di famiglia" allo scopo di negare protezione alle coppie gay e ai loro figli. La posizione è quella del rapporto sulla parità di diritti uomo-donna presentato dall'olandese Sophie in't Veld ed approvato oggi dall'Eurocamera. Il passaggio più nettamente a favore dei matrimoni gay è contenuto nel paragrafo 7 del rapporto, che il Ppe voleva cancellare con un emendamento (bocciato in aula con 322 sì e 342 no). Non si è fatta attendere la reazione dei politici cattolici italiani: "L'unità europea rischia di frantumarsi nella coscienza dei popoli - ha dichiarato il responsabile per la famiglia del Pdl, Carlo Giovanardi - per iniziative come quella che vuole imporre, contro quanto stabilito chiaramente dai trattati, il riconoscimento dei matrimoni gay". E per il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, "la sinistra europea, cui quella italiana si ispira, punta sul riconoscimento delle unioni tra omosessuali e il Ppe di cui il Pdl, e non solo, fa parte, ritiene che ciò rappresenti un attacco alla famiglia che per noi è il cardine della società". Plauso da parte delle associazioni Lgbt e dai Radicali: "L'Italia deve seguire l'Europa, non il Vaticano".

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