Lettera - Rifiutare le terapie? Per il giudice è legittimo

Dalla Rassegna stampa

Un giudice di Treviso ha accolto la richiesta di una malata di poter sospendere, qualora lo chiedesse, le cure salva-vita. Lo chiederò anch'io... ma la legge che cosa dice?

Luciano B, Milano

La legge sul biotestamento, una legge sciagurata, non è ancora approvata definitivamente, e per ora molti malati si affidano alla decisione di un giudice. Come una signora di Treviso, affetta da 20 anni da una gravissima malattia degenerativa: ricoverata nei mesi scorsi in ospedale, aveva rifiutato sia la trasfusione, essendo testimone di Geova, sia la tracheotomia, che le avrebbe permesso di limitare il deficit respiratorio. Ora ha chiesto di sospendere, in caso di necessità futura, le terapie salva-vita. «Non voglio che la mia vita venga prolungata se i medici sono ragionevolmente certi che le mie condizioni sono senza speranza», ha supplicato. Richiesta che il giudice Clarice Di Tullio ha accolto, nominando anche il marito come amministratore di sostegno. E lo ha fatto richiamandosi all'articolo 32 della Costituzione, che definisce la salute come diritto fondamentale dell'individuo e stabilisce che «la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana», e richiamandosi alla Cassazione, secondo cui il consenso del paziente rappresenta un presupposto indispensabile per qualsiasi intervento medico. Un altro giudice, Valeria Castagna, presidente del Tribunale di Treviso, ha dato parere favorevole definendo «motivato, condivisibile e giuridicamente ineccepibile» il dispositivo della sentenza. Non è la prima volta che giudici saggi mettono in pratica il principio fondamentale di una retta giustizia, e cioè che essa deve difendere i diritti della persona e non principi astratti, contenuti, magari, in leggi che negano tali diritti. Come la legge 40 che regola la fecondazione assistita ma proibisce la selezione preimpianto degli embrioni nella coppia anche quando sono entrambi portatori sani di un difetto genetico. Qualche mese fa un giudice di Salerno è stato più vicino alla gente, più umano di una legge, anch'essa sciagurata, e ha autorizzato la selezione degli embrioni permettendo a due giovani sposi una speranza offerta dalla scienza.

Ma questi fatti lasciano nell'animo un profondo sconforto. Mi chiedo, infatti, perché tanti politici, rappresentanti del popolo ed eletti dal popolo, fanno leggi così lontane dai bisogni della gente comune da rasentare la malvagità.

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